Mi siedo.
Ho il fiatone e la fronte imperlata di sudore. Mi fa quasi male la mandibola per le risate. Ho bisogno di fermarmi, sia per riprendere fiato, sia per guardare la scena da fuori, per cercare di metabolizzare e ricordare ogni singolo istante. C’è Jhonny che ride e si impegna, il direttore artistico della Lapa Academy of Permorming Arts della Loyac, l’uomo che nelle ultime settimana ho sentito e visto più di mio marito, lui è quello con cui finisco le conversazioni telefoniche con yalla, yalla. Anche lui è finalmente rilassato. Anche se spesso per tutti noi era fin troppo “rilassato”. Moira, bella come sempre, balla, con quel sorriso così dolce, mentre i lunghi capelli ricci si muovono ad ogni passo. Guardando lei la Pizzica sembra facile, per nulla faticosa. Carmine fa volteggiare la sua dama, con la solita gentilezza che l’ha contraddistinto in questi giorni, ma anche con energia ed entusiasmo. Pietro canta e dirige la quadriglia, con il sorriso stampato. Anna Cinzia suona l’organetto e canta con quella voce così forte che ha rapito il pubblico del Dasma Teatre, insieme a Massimiliano che tiene il magico Tamburello. Intorno a loro gli invitati che si divertono. Tra tutti Elisa, che ha abbandonato il suo consueto riserbo e ride, ride. Tania sullo sfondo riprende tutto. Desiderosa come me di “fermare” tutto. Domani tutto questo non ci sarà più. E mi dispiace tanto. E’ stata una settimana pazzesca. Unica, irrepetibile. Quando un anno fa, fui contattata per collaborare con l’Ambasciata Italiana e l’Associazione Loyac per riportare a Kuwait i membri della Fondazione della Taranta, mai avrei pensato che avrei poi vissuto un esperienza così bella.
Certo avevo compreso le potenzialità. L’eccezionalità della cosa. Perché se il 24 gennaio 2014 avevamo assistito a uno spettacolo dell’Orchestra della Fondazione della Taranta, con delle esibizioni del ballo, ma solo quello femminile, mai di coppia, e soprattutto ci era stato “vietato” di alzarci in piedi e ballare, la Loyac voleva altro. Si, voleva un corso di danza, un workshop per i loro studenti della Lapa. E alla mia domanda “ma uomini e donne?? anche il ballo di coppia?? . Fareah, la fondatrice della Loyac, mi guarda tenendo in braccio il suo cagnolino, animale considerato impuro qui, che lei si porta ovunque, mi dice “Certo! Noi vogliamo insegnare che il ballo non è peccamisoso. Poi abbiamo visto la gente così contenta, così curiosa. che non possiamo perdere questa occasione”. Mi aveva chiesto la storia, il significato della Pizzica. Come era nata la Taranta.
Sono tornata a casa motivata e speranzosa. Come al solito “fare” mi piace molto. Ma confesso che le trattative non sempre sono state facili, succedeva sempre qualche imprevisto che rallentava il processo, lo scambio. Inshallah ho iniziato a detestarlo.
“Mimma, dai muoviti, vieni a ballare”. E’ Pietro che mi vuole riportare lì in mezzo.
Io sorrido e faccio segno con la mano “dopo dopo”. Lui scuote la testa e riprende a dare i comandi “o contree”. Quando ho visto l’elenco dei partecipanti e riconosciuto il suo nome, ho guardato subito i dati del passaporto. E si era proprio lui: Pietro Balsamo la star del mio paese Francavilla Fontana. Mi ha fatto così effetto. Avrei avuto qualcuno del mio mondo. Avevo visto dei suoi concerti. La sua intervista a Sereno Varabiale. Ed è li che ho cominciato a capire che sarebbe stato qualcosa di davvero speciale.
Ecco ora cambiano repertorio. Su insistenza di un ospite cantano “femmina femmina”. Massimiliano con quella voce così forte e lo sguardo che si muove sempre veloce. Lui è arrivato dopo. Con un volo che ha fatto ore e ore di ritardo, una valigia smarrita e una scaletta da memorizzare in poco tempo. Ma è rimasto calmo. Calmissimo. Ormai mi sembra di conoscerli bene. Da subito mi sono piaciuti. Li ho incontrati in albergo il giorno 20. Dopo aver chiesto una mano ad Amal che ha tenuto Giada. Ci siamo recati dopo una breve chiacchierata tra noi, alla sede della Loyac. Ero curiosa . Curiosissima. Elisa era con me, Tania ci stava per raggiungere. Dopo aver lanciato il mio sos nel gruppo “italiani in Kuwait”, in diversi si erano offerti di darmi una mano nella gestione della lunga settimana, e con loro due avevamo costituito un bel gruppo.
Non sapevo nulla di Moira, Anna Cinzia, Carmine. Ho subito capito che erano però oltre a grandi professionisti, gente con un cuore grande. Anna Cinzia, così loquace mi ha raccontato il suo amore per la cultura araba, tutti i paesi in cui è stata. Perchè loro girano tanto.
Quando siamo arrivati alla Loyac. Mi sono emozionata. I ragazzi, gli spazi, quella energia che solo i sogni hanno. Passavo dalla sala dove si sono riuniti i ballerini. A quella dove c’erano i musicisti. L’idea era di insegnare a ballare la pizzica pizzica e poi a fine corso fare uno show. Mi sembrava di essere dentro a Fame , il film saranno famosi che avevo divorato da ragazzina.
A malincuore sono andata via, la mia piccola mi aspettava. Tania invece si è fermata tutte le sere fino a tardi, anche se il giorno dopo si doveva svegliare alle 5 per correre nella scuola dove insegna. Quella notte ho faticato a prendere sonno. Dopo un anno di mail, di appuntamenti. Ecco che tutto stava diventando reale.
La mattina dopo ho sentito i ragazzi della Fondazione, avevamo il progetto di fare un giro turistico. Ci vediamo alla corniche con l’idea di andare al Souk. Camminiamo, parliamo. E mi dicono che i ragazzi sono entusiasi. Che apprendono facilmente. Che si sono accorti che le sonorità, gli strumenti arabi si mescolano bene con i nostri. Che tutto viene naturale.
Da lì è partita l’idea di fare uno show che fosse davvero un incontro tra due culture. Con musicisti che avrebbero usato i loro strumenti e i cantati, nonché i ballerini. Un bel progetto, ma davvero azzardato, costruire uno spettacolo così in pochi giorni non è facile, può essere un rischio. Ma loro erano fiduciosi e le loro lezioni si sono incentrate sul “divertirsi”. Non spiegavano metti il braccio così, ma cosa provi a mettere il braccio così. Quando ballano la tarantella, gli raccontano la storia, quando Pietro canta la sua serenata loro sentono l’emozione. E il bravissimo cantante Ahmed gli ha detto “posso continuare io??”. E ha cantano un pezzo del suo repertorio che andava benissimo con quello di Pietro.
Alla fine i giri turistici non è stato possibili farli. Le ore dedicate alle prove sono aumentate, alimentati dalla voglia dei ragazzi di apprendere e dalla voglia dei professionisti di sperimentare e ripagare questo entusiasmo.
L’emozione era palpabile. Anche noi semplici spettatrici, l’abbiamo sentito. Tania mi mandava messaggi con i video, Elisa le foto delle prove di ballo. Ci siamo date il cambio, ma tutte ci siamo rese conto della bellezza. Si, forse ce ne siamo rese conto prima noi più di loro, così presi a fare.
Anna Cinzia, Carmine, Piero, Moira, Massimiliano si sono presi tante responsabilità. L’hanno fatto perché amano il loro mestiere e perché volevano celebrare il loro amato direttore artistico della Fondazione della Taranta : Sergio Torsello, scomparso solo il giorno prima del loro arrivo qui. Si, doveva essere un modo per dirgli addio alla loro maniera.
Il giorno dello spettacolacolo erano super emozionati. I ragazzi della Loyac avevano umore alle stelle. Sentivo solo dire “is amazing“. Vedevo dishdasha con tamburelli, le ragazze con il fazzoletto rosso.
Tutti così belli nei loro abiti di scena.
Poi finalmente il sipario si apre. Oltre 500 persone nella sala del Dasma. E qui non c’è una grande vita culturale, nemmeno l’abitudine di andare in un teatro. Quindi sembrava un miracolo. Diversi italiani erano in sala. Alcuni verranno a dirmi che si sono commossi.
Io sono stata quasi tutto il tempo in piedi a lato, vicino al palco. La scusa era per fare foto. In realtà, volevo godermi tutto e saltare dal piede sinistro al destro. Non puoi stare fermo se c’è la pizzica.
E’ stato meraviglioso. Uno spettacolo bellissimo. Sono davvero riusciti a compiere un miracolo. Non solo a fare uno show davvero professionale, di alto livello. Ma in un paese dove è vietato ballare, dove non si può ascoltare la musica, dove un uomo non può interagire con una donna che non sia sua moglie, arriva la pizzica, pizzica e stravolge tutto. E tutto sembra possibile, lecito, normale.
Moira mi prende un braccio “Dai Mimma”, interrompe il filo dei miei ricordi, mi porta in mezzo alla sala. Si, ha ragione, basta vado a ballare. Mi avvicino e Moira mi dice “lo sai che i ragazzi dopo vengono a prenderci, vogliono stare ancora con noi e accompagnarci in aeroporto. Ti rendi conto?”.
Io si, mi rendo conto. E tanto. Poche ore fa, dopo la conferenza, i ragazzi hanno voluto fare dei regali a ognuno di loro. Mi hanno detto “nessuno è stato così gentile con noi. Ci ha dato tanta confidenza. E’ stato meraviglioso lavorare con loro. Ci siamo capiti. Non sapevamo cosa fosse la Pizzica. Ora vogliamo studiarla ancora. E’ energetic”.
Quelli della Loyac sono stati così entusiasti che mi hanno detto “Mimma li vogliamo ogni anno. Anzi l’anno prossimo vogliamo tre giorni di show”. Io gli ho risposto che non c’è problema, che siamo già pronti a organizzare il prossimo. Gli ho detto” però questa volta si fermano 15 gg e facciamo una bel programma dettagliato prima”.
L’ho detto con sicurezza . Anche se credo che dei pugliesi e degli arabi, si inventeranno sempre qualcosa sul momento. Sull’onda dell’entusiamo, su delle intuzioni, su quel linguaggio, come mi ha detto uno di loro, troppo simile. Perché Inshallah è vero. Ma soprattutto è vero che se fai le cose con passione, amore si vede.
Prendo sottobraccio Carmine. E ballo.
Basta pensare ora.
Balliamo la pizzica che ci passa, che tutto cura e tutto rivoluziona.
Ancora una volta cara Kuwait mi hai sorpresa.
Ancora una volta ho capito che in questo deserto tutto può succedere.
Grazie a Pietro Balsamo, Massimiliano De Marco, Anna Cinzia Villani, Moira Cappilli e Carmine D’Amico. Siete grandiosi.
Un grazie a questi meravigliosi ragazzi. Ahamad, Marwa, Yusuf; Abdullah, Melanie, Nikhita, Dalala, Ghita, Carlo, Zooky. E tutti quelli che ho dimenticato .Mi hanno insegnato molto. Compreso una nuova tecnica di Selfie di gruppo. Un grazie a Elisa e Tania. Un grazie a chi ha pensato di coinvolgermi in questo progetto. L’Ambasciata Italiana, la splendida Nadia manager della Lapa.
Avrei potuto scrivere un intero libro. Difficile raccontare una intera settimana. Sappiate solo che è stato tutto davvero molto bello.
trentazero says
Che energia dalle vostre foto e che emozione dal tuo racconto.
Un bellissimo regalo del tuo pazzo Kuwait. 🙂
Antonella says
I tuoi racconti sono sempre emozionanti, e le foto bellissime. Deve essere stato davvero un momento magico!:)
mimma says
Io sono una persona entusiasta, poi il fatto di aver partecipato fin dall’inzio a tutto, chiaramente amplifica. Però davvero è stato bellissimo. Per tanti motivi, l’altissimo livello dei professionisti della Fondazione, il cuore grande dei ragazzi e un contesto davvero unico.
Giupy says
Ma che bello!! E che brava tu ad organizzare questa cosa!
mimma says
Io ho fatto il lavoro sporco. Quello magnifico l’hanno fatto gli artisti in campo. Un sogno.
Mamma in Oriente says
Bellissimo Mimma quello che anche grazie al tuo entusiasmo sei riuscita a fare!
Soprattutto mi è piaciuto questo contaminarsi di due culture in un paese dove c’è così poca apertura mentale.
mimma says
Si Fede è proprio quello questo mix è stato meraviglioso.Emozionante.
Silvia Pareschi says
Che meraviglia, hai saputo raccontare benissimo l’emozione di quei momenti. Esportiamo più pizzica!