Come vi avevo raccontato, con le mie amiche Elisa e Simona abbiamo costituito il club del libro.
Poco prima di Natale abbiamo pensato di fare un elenco dei libri che avremmo letto. Abbiamo scelto senza un criterio preciso, ci siamo basate sul passa parola, recensioni che qualcuno di noi aveva letto, passioni personali, dando a tutte la possibilità di dire la sua e magari di leggere un libro che da sole non avremmo mai letto o scoperto.
E così, dopo Noi di Nichols, Io che amo solo te di Bianchini, Il caffè delle donne di Tamini siamo incappate in Lacci di Domenico Starnone.
Io non ho mai letto nulla di questo autore e nemmeno le altre.
Elisa era la più informata, Marilù mi ha detto che quando è andata in libreria a comprare i libri il titolare le ha fatto una capa tanta su questo libro, facendole mille complimenti per la scelta.
Inoltre, ci sono tante voci che dicono che Elena Ferrante sia appunto Domenico Starnone.
Capite che si erano create diverse aspettative in me sulla lettura di Lacci di Domenico Starnone.
Le prime pagine le ho trovate terribili.
“Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie”.
Si apre cosi con la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola arrabbiata e con mille domande.
Starnone ambienta la storia negli anni ’60. Il divorzio non esisteva ancora. Anche se la società era in pieno fermento e si interrogava sul concetto di famiglia.
“Ero convinta che se ti ero piaciuta una volta, potevo piacerti sempre. Credevo che i sentimenti veri non cambiassero, specialmente quando si è sposati”
I protagonisti si sono sposati giovani, all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato e ritrovarsi a soli trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò, dopo l’addio, lui Aldo se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di Lidia con cui i giorni sono sempre gioiosi e lei a Napoli con i figli.
Dopo questo inizio molto lento, arrabbiato e pieno di risentimento il libro cambia e si illumina quando inizia a parlare lui, il fedifrago, soprattutto quando il libro arriva all’aneddoto dei “Lacci”.
Questa è la storia di un matrimonio narrato attraverso tre prospettive diverse: moglie, marito e figli, con un finale che è un vero colpo di genio o forse di follia.
Io l’ho letto in due giorni scarsi. Il mio giudizio è stato in un primo momento negativo.
E’ scritto benissimo, ma il tema l’ho trovato troppo scontato e poco analizzato. Senza contare che era troppo deprimente. I personaggi fanno quello che io odio: si lasciano vivere, vittime di una ignavia francamente inaccettabile.
Il personaggio peggiore appare la moglie, prigioniera del suo dolore e della sua parsimonia negli affetti come nel denaro.
Una famiglia senza slanci, in cui i lacci hanno strozzato i sentimenti e il futuro.
Mi ha fatto arrabbiare. Mi ha deluso. Il mio era un pollice verso deciso.
La scelta di mettere i limoni accanto alla foto del libro non è casuale.
Poi ieri sera alla serata del book le mie compagne di avventura mi hanno fatto cambiare idea.
Abbiamo discusso ben tre ore, sviscerando ogni aspetto. E’ stato come leggere il libro più volte.
Ognuno ha letto la sua frase, mostrando una luce diversa, ha caratterizzato o fatto il tifo per un personaggio diverso. Anna la figlia, la stessa Wanda, il figlio maschio . .
Su un punto eravamo tutte d’accordo: è un libro davvero ben scritto e che il personaggio maschile Aldo era un gran codardo.
E’ molto realistico, rispecchia modelli familiari esistiti ed esistenti.
“Abbiamo imparato che per vivere insieme dobbiamo dirci molto meno di quanto ci nascondiamo.”
Niente può essere più tenace di quei lacci invisibili che spesso legano le persone le une alle altre.
Domenico Starnone ha scritto una storia emozionante e fortissima, il racconto di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.
Ha dato voce alle paure di molti di noi.
Il suo torto è stato che una volta che hai agito da ferire in profondità, in modo da uccidere o comunque sfregiare per sempre altri esseri umani, non devi fare passi indietro. Ti devi assumere la responsabilità del crimine fino in fondo un crimine non si commette a metà. Ma lui niente, lui è solo un ometto rattruppato dentro.
Incredibile come questa discussione mi abbia portato a desiderare di rileggere il libro. E come alcuni fatti descritti nel libro, grazie ai punti di vista della mie amiche Simona, Tiziana, Manuela, Marilù, Elisa, Mariantonietta, Veronica e Manuela si siano arricchiti di nuove interpretazioni.
Senza contare che non abbiamo potuto fare a meno di fare un parallelo con la nostra società, in fermento verso nuovi cambiamenti proprio sul concetto di famiglia. E’ stato casuale scegliere questo libro che parla di un periodo dove divorziare era impossibile e soprattutto inaccettabile visto i numerosi “lacci” che legano le persone, ma poi è stato inevitabile confrontarlo con la nostra epoca attuale dove si sta lottando per SPOSARSI e non solo. Un momento dove quei lacci si cercano disperatemente di strigere…o chissà forse si cerca di scioglierne alcuni .
Lacci di Starnone resta una storia amara. Collocata benissimo in un periodo storico. E Simona ha visto diversi similitudini con lo stile della Ferrante come l’uso della parola “guastato” e appunto la capacità di fotografare la società.
Una volta a casa ho faticato a prendere sonno. Era la mezzanotte passata. Neanche il pensiero che di li a neanche cinque ore mi sarei dovuta alzare mi ha aiutato a prendere sonno.
Mi portavo dentro l’energia, l’adrenalina, le belle chiacchiere. E poi non riuscivo a smettere di pensare alla frase scelta da Elisa come la sua preferita. Una frase vera.
“C’è una distanza che conta più dei chilometri e forse degli anni luce, é la distanza dei cambiamenti”.
Mimma
Questo post partecipa a venerdì del libro di HomemadeMamma
Sempre Mamma says
Bellissima recensione.
Ognuno di noi legge lo stesso libro, ma il suo vissuto lo fa sembrare diverso.
mimma says
esatto. è proprio così, anche io ho incontrato un uomo come Aldo sarà per qs che mi è stato così antipatico.
Olga says
Cercavo appunto un consiglio di lettura, uno spunto per scegliere il prossimo libro da leggere…il tuo mi ha decisamente rapita! Ti farò sapere, intanto grazie.
mimma says
grazie….fammi sapere!!
Vivy says
Bellissimo il club del libro con le amiche e molto interessante questa proposta: adoro la Ferrante quindi adesso sono troppo curiosa. Chissà se si tratta proprio dell’autore dell’amica geniale!!!!
Baci
Vivy
mimma says
Io dico di no…ma chissà.
Mamma Avvocato says
Ciò che lascia un libro dipende tanto dal carattere del lettore, dalle sue esperienze, cultura, precedenti letture ecc.
Per questo parlare di libri è sempre stimolante!
Comunque, direi che lo leggerò ma non in questo momento, non avrei lo spirito giusto per contrastare tristezza o amarezza.