Tra i miei 5 libri per l’estate, al primo posto, c’era Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey.
Come avevo già scritto, questo libro è stato protagonista del BookeaterClub di aprile di Zelda , da qui ho preso la mia ispirazione e voglia di leggerlo.
La protagonista di Nessuno scompare davvero si chiama Elyria.
Ha un passato difficile: una madre alcolizzata e una sorella adottiva, Ruby, un genio della matematica, che si è suicidata.
Poco dopo la morte della sorella, Elyria si sposa con il professore di matematica di Ruby: Charles Riley. Lui è stato l’ultimo a vedere viva Ruby. Anche lui è alle prese con un suicidio, quello della madre.
Il matrimonio sembra felice, Elyria ha un lavoro stabile e vivono a New York. Un giorno però decide di volersi allontanare dal marito e da sè stessa, quindi molla tutto e parte con un biglietto di sola andata per la Nuova Zelanda. Trascorrerà mesi a vagare in autostop tra le campagne di un paese completamente sconosciuto incontrando gente di ogni genere.
La fuga di Elyria parte da un malessere esistenziale molto profondo, dice che dentro di lei si muove un bufalo riottoso che non è in grado di placare.
“…anche se fossi rimasta lì per il resto della mia vita, per sempre dispersa, una persona scomparsa definitivamente dalle vite degli altri, io non sarei mai potuta scomparire da me stessa…”
Elyria cerca in tutti i modi di scomparire da sè stessa, vuole togliersi il peso che il suicidio della sorella Ruby le ha creato, vorrebbe semplicemente vivere una vita serena e spensierata, per questo parte per la Nuova Zelanda e decide di vivere giorno per giorno senza sapere che cosa accadrà domani, sperando di riuscire a scomparire da sè stessa per mettersi alle spalle quel passato così difficile e pesante. Ma come si fa a scomparire da sè stessi?
Nessuno scompare davvero l’ho trovato inizialmente coinvolgente, così interessante da non riuscire ad interrompere la lettura, ogni momento era buono per fermarsi, aprire il libro e leggere. Con il procedere della storia ho rallentato un po’ il ritmo fino a bloccarmi. La storia perde un po’ della sua intensità e credibilità. Le varie vicessitudini che vive Elyria mi sono sembrate in alcuni casi assurde e strane. Ho fatto un po’ fatica a proseguire e confesso che ci sono stati momenti in cui proprio non sopportavo la protagonista, mi irritava il suo modo di affrontare la vita, la sua non capacità di prendere in mano la realtà e vivere l’unica vita che ci viene data.
La curiosità però mi ha portato fino all’ultima pagina fino a scoprire che un finale non c’è.
“…scappare da qualcosa non vuol dire essere liberi, è solo un modo come un altro di fuggire…”
La mancanza di un finale credo sia dovuta alla complessità del tema trattato, è difficile fornire la soluzione ad un malessere profondo come quello di cui soffre la protagonista.
Drusilla
Questo libro partecipa alla venerdi del libro.
Monica :) says
Sembra davvero interessante , me lo segno. Grazie per la condivisione!
drusilla says
Grazie a te!
Sempremamma says
Di per sè l’argomento è interessante, ma ho letto critiche simili alla tua, alla lunga stanca ed è inconcludente. Peccato.
drusilla says
Si è un peccato, davvero perché l’argomento è molto interessante.