Credo che ormai sia risaputo che leggo con piacere i romanzi di Luca Bianchini.
Lo faccio prima ancora che lui diventasse così famoso, così noto.
Anche questa volta non ho esitato a comprare l’ultima sua opera “Nessuno come noi”.
E anche questa volta mi ha convinta.
I suoi libri, i suoi romanzi, non hanno pretese da premio letterario, ma hanno SEMPRE il merito di farti vivere la storia, di coinvolgerti totalmente. Non a caso da due suoi romanzi, Io che amo solo te e La cena, sono stati realizzati due riuscitissimo film.
Nessuno come noi ci riporta indietro nel tempo.
In un liceo torinese. Esattamente nel 1987.
Vincenzo Piscitelli, diciassette anni, studia, con profitto, grazie ai sacrifici dei suoi genitori, un operaio e una donna delle pulizie. Il suo mondo inizia ogni mattina a Nichelino, piccola cittadina dell’hinterland torinese (paese dello stesso di Luca Bianchini, tra l’altro) nella sua camera troppo piccola – il geometra, per farci stare il letto e la scrivania, ha ben pensato di spostare l’armadio nell’ingresso e la cassettiera nel tinello – per continuare nell’aula scolastica dove tutto, interrogazioni, scontri, alleanze, amicizie e amori, vengono vissuti con la potenza amplificatoria degli anni dell’adolescenza.
La narrazione decolla nel momento in cui nella classe di Vince, arriva un nuovo studente, Romeo Fioravanti: giubbotto firmato e spocchia da vendere. Nonostante un primo approccio burrascoso, Romeo e Vincenzo riescono pian piano a fare amicizia, complice un’interrogazione imposta al nuovo arrivato dalla prof. Elisabetta Bottone, come punizione per aver fatto troppo lo sbruffone.
L’arrivo di Romeo sembra minare il rapporto tra Vince, Caterina e Spagna, all’anagrafe Alessandra Spagnolo, dark del gruppo e dispensatrice di consigli – anche talvolta piuttosto spinti – gratuiti.
I tre, sempre insieme e talmente uniti da essere soprannominati “Tre cuori in affitto”, come il titolo di un telefilm cult degli anni Ottanta, risentono dell’ingresso di Romeo nella classe. Il rapporto tra quest’ultimo e Caterina, sempre più ambiguo, destabilizza Vincenzo, il quale, interessato anch’esso alla ragazza, si trova tra due fuochi: amore e amicizia.
La prof. Bottone, nel frattempo, durante lo svolgersi della narrazione, assume un ruolo sempre più importante, poiché i colloqui con il padre di Romeo avranno seguito anche fuori dalla scuola, dando origine ad una serie di eventi a catena che faranno poi precipitare gli eventi.
La narrazione di Nessuno come noi procede quindi su due livelli: il mondo dei ragazzi e quello degli adulti.
Ma sopratutto ci riporta indietro nel tempo.
Un tempo che ormai sembra preistoria. Dove per telefonare al proprio fidanzato bisognava aspettare che il telefono di casa fosse libero, per poi litigare per giorni coi propri genitori perché l’importo della bolletta Sip era troppo elevato.
Un mondo in cui se un amico ti feriva dovevi parlarci faccia a faccia o al massimo scrivergli una lettera.
Un mondo in cui per sapere com’è andata una festa dovevi esserci e non guardare su Facebook.
Nonostante questo la storia è attualissima.
Secondo me possiamo riconoscerci noi, ex ragazzi negli anni ’80. E possono riconoscersi anche i ragazzi di oggi per gli errori, i turbamenti e le difficoltà.
Nessuno come noi l’ho apprezzato anche perché ambientato a Torino. Una città che mi incuriosisce molto e di cui ho sentito tanto parlare, credo che anche in questo sia stato fedele.
La contrapposizione tra i ricchi che vivevano in collina, i figli di emigranti del sud, la periferia.
Se state cercando un libro piacevole, da divorare senza troppe implicazioni ve lo consiglio!
Mimma
Questo libro partecipa al venerdì del libro
mamma avvocato says
Credo di non aver ancora letto nulla di questo autore, che pure è entrato nella mia lista proprio grazie ai tuoi post. Questo potrebbe essere il romanzo giusto per me, degli anni ’80 (seppur bambina, in quegli anni) e piemontese che conosce Torino. Grazie del suggerimento di lettura!!!
p.s. Ricordo risate e chiacchere al telefono di casa con la mia amica del cuore, il pomeriggio dopo la scuola, sdraita nel lettone dei miei, stanza in cui era custodito il secondo apparecchio di casa. Il primo, in corridoio, era a portata di orecchio di mia mamma, infatti!!!
Mammapiky says
Ecco lui è famoso ma sai che io non lo conoscevo e non ho letto nulla di suo? Dopo il tuo post sono andata a dare un’occhiata agli altri due ed ho deciso che me li prendo tutti…tutti e tre intendo! :-))))))))))
Mammapiky says
…rettifica al commento…mi sovviene solo ora di aver letto di suo Se domani farà bel tempo e mi era pure piaciuto!