Oggi vi parlo degli ultimi due libri che ho letto.
Sono due libri molto diversi tra loro.
Il primo autore è italiano, mentre il secondo americano.
Il primo libro mi ha entusiasmata. Mentre il secondo mi ha lasciata un po’ così.
Poi ditemi se li avete letti e cosa ne pensate!Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia
Qualche tempo fa, avevo comprato sul kindle il libro Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia. Non so come, l’avevo dimenticato. Ma per fortuna l’ho ritrovato e letto!
23 maggio 1992, la scuola sta per finire: un gruppo di liceali palermitani sta festeggiando in piscina, quando dalla tv giungono le immagini della strage di Capaci. Federico è uno di quei ragazzi. Mesi dopo, Federico incontra Padre Pino Puglisi, che lancia al ragazzo l’invito ad andare a Brancaccio a dargli una mano con i bambini del centro Padre Nostro, che don Pino ha inaugurato per strapparli ai “padrini” del quartiere. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che porta a Brancaccio, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. Fino al 15 settembre 1993: il giorno del cinquantaseiesimo compleanno di padre Pino, lo stesso in cui viene ucciso. Il giorno in cui la bellezza e la speranza per Palermo restano affidate alle sue mani di ragazzo, chiamato a cercare e difendere ciò che, in mezzo all’inferno, inferno non è.
Ciò che inferno no è
Un libro che lascia il segno.
Un libro contro la mafia e contro tutto quello che questa distrugge.
Un libro che ti entra in testa e nel cuore.
Difficile lasciarlo andare.
“Tutti guardano e vedono tutto, ma l’arte di vivere è vedere e dissimulare d’aver visto. E tacere, se hai visto troppo. Se hai visto troppo puoi anche morirci.”
Quando ho finito di leggere questo libro ho sentito l’esigenza di parlarne con chi mi sta accanto. Raccontarlo. Descrivere quella realtà che non conosco di persona, ma di cui ho sentito tanto parlare sin da quando sono una ragazzina.
“… finchè non ti viene tolta la capacità di amare potrai sempre fare qualcosa.
L’inferno è perdere anche la libertà di amare…”
Non conoscevo la bellezza della scrittura di questo autore. Questo è il primo libro di D’Avenia che leggo, ora devo recuperare anche gli altri! Scrive in modo ricco, ma leggibile da tutti. E’ coinvolgente e mai banale.
Ciò che inferno non è è un romanzo coraggioso che celebra la figura di Don Pino Puglisi.
E’ un libro che parla di dignità.
Descrive realtà “sconosciute” per coloro che non ci vivono.
Un libro che apre gli occhi, ma soprattutto il cuore.
Alle 20.40 del 15 settembre 1993 Don Pino viene ucciso.
“Me l’aspettavo” le sue ultime parole.
Lui muore con un sorriso.
Semplicemente meraviglioso!
Ve lo consiglio, se non l’avete già letto!
Avete altri libri di Alessandro d’Avenia da consigliarmi?
Benedizione di Kent Haruf
Ho trovato questo libro tra quelli elencati da Zelda was a writer nei suoi Bookeater Club.
Ho letto velocemente la trama e l’ho acquistato su kindle.
Ho scoperto solo alla fine che è l’ultimo di una “Trilogia della pianura” di Kent Haruf.
Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l’unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell’amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia.
Il romanzo è ambientato in Colorado. In una piccola città, credo immaginaria, di nome Holt.
E’ un romanzo che parla di vita e di morte. Ma anche della voglia di perdonare. E del coraggio che serve per dimostrare nell’essere sincero con se stesso ammettendo gli errori commessi durante la vita.
Mi ha colpito la capacità dell’autore di trattare un tema come la morte scegliendo personaggi semplici e comuni.
Mi ha colpito anche la chiusura di una piccola cittadina americana.
Il libro è malinconico. C’è un profondo senso di rimpianto che accompagna ogni pagina del romanzo.
Piaciuto? Ni.
Non ho segnato frasi che mi hanno colpito. Ho letto il finale in fretta perché desideravo passare ad un altro libro velocemente.
Voi l’avete letto?
Cosa ne pensate?
Con questi libri partecipo al venerdi del libro.
Drusilla
Speranza says
Lo ho letto entrambi. Anche io non avevo mai letto D’Avenia e mi è piaciuto molto. Mi ha fatto riscoprire Don Puglisi.
Ho letto tutto Haruf e pure lui mi è piaciuto molto. Mi piace proprio il suo modo di scrivere, senza scossoni.
Anche a me capita che non piacciano libro tanto declamati: o non sono per me, oppure ho sbagliato momento.
drusilla says
A volte si sbaglia semplicemente il momento, bastava leggere quel libro in un momento diverso per apprezzarlo.
Mamma avvocato says
Io di D’Avenia avevo apprezzato “Bianca come il latte, rossa come il sangue”. Seppur sia triste. Ne ho scritto qui,https://mammavvocato.blogspot.it/2014/10/bianca-come-il-latte-rossa-come-il.html, se ti interessa.
Il suo stile di scrittura mi era piaciuto molto e credo che il tema del romanzo di cui parli sia ancora più interessante e per certi versi “difficile” da rendere, quindi mi incuriosisce molto. Lo cercherò senz’altro.
Io secondo non l’ho letto e non lo conosco ma, sarò sincera, al momento non mi ispira.
drusilla says
Grazie, vado a leggere la tua recensione.
Sempremamma says
Alessandro è uno scrittore che mi ha regalato grandi emozioni. Mi piace come scrive e ciò che scrive. Di Haruf ho visto il film tratto dal suo libro e mi è piaciuto. Penso che sia uno scrittore nelle mie corde.