Ho chiuso questo libro e ho provato l’impulso immediato di scrivere a un mio amico “Antonio devi leggere Tu splendi di Giuseppe Catozzela”.
Niente altro.
E poi l’ho scritto a Paola, Mauro, Monica, Elena, Drusilla, Veronica.
Era da tanto che non facevo una cosa così.
Chiudere un libro e pensare che fosse necessario che altri lo leggessero.
Subito e che fossero in tanti a farlo.
Tutti.
Sono andata a raccontare pure la trama a mio marito.
Come una pazza invasata, l’ho visto seduto fuori in veranda e gli ho detto “Ho letto un libro bellissimo. Ma come in questo momento attuale. Importante. Ascolta che bella e vera storia”.
Trama
Arigliana, “cinquanta case di pietra e duecento abitanti”, è il paesino sulle montagne della Lucania dove Pietro e Nina trascorrono le vacanze con i nonni. Un torrente che non è più un torrente, un’antica torre normanna e un palazzo abbandonato sono i luoghi che accendono la fantasia dei bambini, mentre la vita di ogni giorno scorre apparentemente immutabile tra la piazza, la casa e la bottega dei nonni; intorno, una piccola comunità il cui destino è stato spezzato da zi’ Rocco, proprietario terriero senza scrupoli che ha condannato il paese alla povertà e all’arretratezza.
Quell’estate, che per Pietro e Nina è fin dall’inizio diversa dalle altre – sono rimasti senza la mamma –, rischia di spaccare Arigliana, sconvolta dalla scoperta che dentro la torre normanna si nasconde una famiglia di stranieri. Chi sono? Cosa vogliono? Perché non se ne tornano da dove sono venuti? è l’irruzione dell’altro, che scoperchia i meccanismi del rifiuto. Dopo aver catalizzato la rabbia e la paura del paese, però, sono proprio i nuovi arrivati a innescare un cambiamento, che torna a far vibrare la speranza di un Sud in cui si mescolano sogni e tensioni.
Un’estate memorabile, che per Pietro si trasforma in un rito di passaggio, doloroso eppure pieno di tenerezza e di allegria: è la sua stessa voce a raccontare come si superano la morte, il tradimento, l’ingiustizia e si diventa grandi conquistando il proprio fragile e ostinato splendore.
Commenti.
Mio marito mi ha guardato “E’ un pò triste”.
Si è triste e maledettamente vera.
Non vorrei entrare troppo nella trama. Vi toglierei gran parte del piacere che vi assicuro sarà tanto.
Dovreste fare come me a cui questo libro è stato consigliato da un libraio di Porto San Giorgio e io ho preso subito. Senza sapere nulla.
Scoprirete presto che il tema cardine del romanzo è l’’immigrazione e tutto ciò che ne consegue: la paura del diverso, la diffidenza, il pregiudizio sociale nei confronti dello “straniero”….
Ma straniero poi, da chi o da cosa?
L’immigrato, l’invasore, il ladro, quello sporco,portatore di malattie, colui che reca sventura, malaugurio, disgrazie.
In questo libro ci viene ricordato che siamo tutti “stranieri” in terra altrui, Italiani in primis.
Lo sono stati i genitori di Pietro trasferitisi a Milano in cerca di lavoro, e lo è Pietro, milanese in terra lucana.
E’ una guerra tra poveri, uno scontro che in qualche modo finirà comunque per favorire l’incontro.
Emigrazione ed immigrazione, due lati della stessa medaglia che arrivano ad intersecarsi in vicende di malaffare, corruzione e caporalato, dove l’egoismo, la prepotenza e la prevaricazione sul più debole ha troppo spesso la meglio.
Un libro che affronta tematiche fin troppo attuali e ricorrenti.
Un romanzo che porta inevitabilmente a riflettere sulla nostra concezione di accoglienza e di accettazione; su chi siamo o su chi pensiamo di essere e sull’idea che abbiamo, forse, di superiorità rispetto agli altri e sul nostro sentirci migliori.
Un libro che mi è arrivato dritto al cuore.
Ci sarà sempre qualcuno che cercherà di spegnere la luce nei nostri occhi, che proverà a spezzarci le ali per impedire il volo o tenterà di oscurare la nostra capacità di brillare di luce propria, ma Tu splendi invece….
Ho fatto come mio solito ricerche sull’autore Giuseppe Catozzella a me soltanto alla fine ho scoperto sconosciuto.
Perchè la sua biografia è sorprendente.
Ho scoperto che non solo ha vinto il premio strega giovani 2014 con il libro “Non dirmi che hai paura” che ho infezione di leggere presto, ma che è stato anche lui un expat prima di rientrare in Italia e lavorare nel mondo dell’editoria.
Nel gennaio 2016, sempre per Feltrinelli, è uscito Il grande futuro. Anche questo romanzo è un successo di pubblico e di critica, tradotto in molti paesi, e ha incontrato i consensi di grandi artisti anche di ambiti non strettamente letterari. Il regista premio Oscar Gabriele Salvatores, in una lunga recensione sulle pagine del Corriere della Sera, lo ha paragonato a Siddhartha di Hermann Hesse. Ma in tanti hanno scritto molto bene di lui . Anche Jovanotti.
Il titolo che Catozzella sceglie per questo suo nuovo romanzo, è uno stralcio della trascrizione sbagliata delle Lettere Luterane di Pier Paolo Pasolini
……I destinati a essere morti non hanno certo gioventù splendenti: ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece, Gennariello…..
C’è niente di più bello che ricordarci di continuare a splendere a dispetto di tutto?
Onestamente credo proprio di no.
Amici correte a leggerlo e se l’avete già fatto ditemi la vostra opinione.
Mimma
questo libro partecipa al venerdì del libro.
Sofia says
Non dirmi che hai paura è bellissimoooo mi fu regalato x il mio compleanno … Un libro che già anni fa apriva gli occhi e il cuore …
Stefania says
Ho avuto occasione di conoscere l’autore e di suo, per ora, ho letto Il grande futuro. Mi è piaciuto contro ogni aspettativa, per via della tematica proposta ero un po’ scettica. Mi sono ricreduta. Il libro che suggerisci oggi mi sembra all’altezza dell’altro che ho letto. Lo cercherò.
Giordana Querceto says
Grazie Mimma me lo segno!