Sono le 13.30.
Il sole illumina il balcone.
L’aria è calda.
Una leggera aria mi scompiglia i ricci ormai incolti e scoloriti.
I bambini stanno giocando con loro iPad. Canticchiano e se la raccontano spensierati. Una spensieratezza fatta di ritmi lenti e strani, pianti serali, distanza dagli affetti e dall’incapacità’ di sapere come e quando torneremo a scuola, a fare attività sportiva e rivedere gli amichetti. Il pensiero e’ fisso alla nostra salute, a quella di tutti i nonni, zii, cugini che vivono lontano da noi, ma troppo vicino alla zona più colpita.
Nelle mie mani tengo un libro e una matita. Mi piace sottolineare le frasi che più mi colpiscono.
In lontananza sento le urla e le risate di bambini, corrono e giocano nei loro giardini.
La lavatrice ha finito l’ennesimo lavaggio.
Mi alzo per stendere i vestiti al sole. In questi giorni di caldo e sole riesco ad asciugare facilmente senza usare la rumorosa asciugatrice.
Mentre scelgo la molletta giusta e sistemo bene le lenzuola sullo stendino, sporgo il mio sguardo oltre il mio balcone. Osservo quello che sta fuori casa.
Vedo un quartiere diverso. Quasi nuovo.
Vedo e sento i palazzi che si trovano al fianco del mio prendere vita.
Mi chiedo da dove sia uscita tutta questa gente, perche’ non l’ho mai vista o perche’ non mi sono mai accorta di loro.
Nel balcone sotto di noi vedo una ragazza in bikini coricata su un lettino prendisole.
Nel palazzo di fronte, al terzo piano, scorgo una coppia che sta facendo yoga o stretching. Appena sotto una coppia di anziani che sistema un ombrellone verde, lui e’ a torso nudo. E poi di fronte a loro un ragazzo che legge un libro.
Nel giardino a sinistra riconosco la cassiera che lavora nel supermercato dove vado solitamente a fare la spesa. Sta stendendo diverse lenzuola e coperte. Mentre la tipa del giardino di fronte a lei sta lavorando nell’orto.
Nel palazzo piu’ lontano, sulla sinistra, vedo bambini che corrono sul balcone.
Quando torno a sedermi sulla mia sedia al sole chiudo gli occhi. Respiro profondamente. Mentre sento la pancia che si sgonfia, l’aria uscire dalla bocca, lascio correre i miei strani pensieri.
Malinconia, inquietudine, paura, pessimismo e tristezza si alternano a speranza, fiducia e voglia di tornare alla vita di tutti i giorni.
Per ora siamo chiusi qui, semplicemente in attesa di qualcosa.
Che cosa?
Non lo so con esattezza.
“Mamma I love you!”
“Anch’io tesoro!”…
Drusilla
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