Quando Drusilla era qui a Kuwait era diventata la fotografa della coppia. Il blog era stato lo strumento che le aveva fatto capire questa sua nuova passione. Quindi, una volta partita, non solo ho perso un’amica, ma ho perso qualcuno che riusciva a tradurre attraverso le foto il nostro sguardo. Perché per entrambe la fotografia è questo: “narrazione”, spesso meglio delle parole stesse. Quindi, la sua partenza mi ha obbligato a riprendere in mano la Nikon che mi aveva regalato il marito appena arrivati qui. Forse, come al solito, lui aveva capito prima cosa sarebbe avvenuto dentro di me. Spesso è l’Iphone lo strumento per me migliore per fotografare perché più immediato e sempre a portata di mano.
Ma se nel tempo il mio occhio è migliorato, desideravo acquisire qualche tecnica, ricevere qualche suggerimento. Quindi, con grandissima gioia, ho accolto la notizia del corso proposto da Lynda Higgs la mia amica sudafricana che spesso ci ha regalato post e foto . Poi lei ha organizzato un corso di Street Photography, la mia tecnica preferita.
Ma cosa è uno Street Photography???
In sostanza, attraverso le immagini rappresenta come noi, come esseri umani, abitiamo lo spazio che abbiamo creato per noi stessi. E’ un genere che utilizza molte tecniche e regole di composizione fotografiche differenti; quando si utilizzano queste tecniche e le regole è possibile creare un’immagine di narrazione che è molto di più di un semplice ritratto di un edificio in un paese straniero.
E così ci siamo dati appuntamento presso artspacecafè. Ci siamo seduti attorno a un tavolo su degli sgabelli alti. Eravamo otto, di cui ben sei italiani. Io ne conoscevo solo due, gli altri invece avevano letto il mio avviso pubblicato sul gruppo di facebook “italiani in Kuwait”. E sono stata felice di vedere che da bravi curiosi si sono lanciati.
Lynda ci ha dato delle indicazioni, ci ha fatto delle domande precise. Ci ha chiesto quali erano i nostri obbiettivi. Io le ho detto che mi piace fotografare le persone, soprattutto mentre si muovono.
Mi piace catturare i particolari, il loro modo di vivere, le abitudini. Lei ha spiegato le tecniche, le funzioni da usare.
E poi ci siamo diretti fuori, seguendo un percorso ben studiato da Lynda che aveva in mente davvero cosa insegnarci. Niente era casuale.
Ci siamo buttati fuori …E siamo andati incontro a Kuwait. Anzi, è lei che è venuta a noi.
Io mi sono persa tra i vicoli, in quelle strade. Mi sentivo così felice. Era la prima volta che facevo qualcosa per me, che piace solo a me. Mio marito era a casa con Giada. E io non ho mai pensato a loro. Poi il gruppo era divertente. Tutti simpatici. Sembravamo una scolaresca, con la macchina fotografica. Ognuno si soffermava su particolari diversi. Oppure tutti ci soffermavamo sugli stessi. Abbiamo ricevuto sguardi incuriositi.
Abbiamo fotografato gente che lavorava.
A volte si mostravano intimiditi. Stupiti. Molti ci hanno chiesto foto, altri non si interessava a noi.
Ho fotografato le donne. I particolari che le caratterizzano. Quelle scarpe che mi colpiscono sempre. Da cui trasuda la loro femminilità.
Le strade di Kuwait con le macchine che sfrecciano veloci.
Le persone di Kuwait. Il loro stile. Come spiegarvi cosa significa la filosofia di chi fuma la Shishah?? Se non mostrandovi una foto “Worry Less, Fell Good.”
Alcune strade le avevo fatte mille altre volte. Ma era la prima volta che ero turista a Kuwait. Soprattutto nella parte più vera.
Perché ve l’abbiamo detto mille volte a Kuwait non tutto è bello, nuovo e scintillante. Anzi. Spesso tutto è sporco, polveroso, vecchio. Pieno di contrasti.
E mentre fotografavo ripensavo a quella fase della mia vita, in cui mi sembrava di vedermi io da un obbiettivo di una macchina fotografica. Ripresa mentre cercavo di trovare la mia strada. Era finito un grande amore per “colpa” di un altro amore, che però mi aveva messo in discussione tantissimo. Togliendomi tutte le mie belle certezze, e diciamolo, anche la serenità.
Mi sentivo guardata, giudicata da quell’obbiettivo, e quasi mai era uno sguardo benevolo. Poi, per fortuna, ripresi in mano la mia vita. Mi tatuai una farfalla per ricordarmi che dai periodi brutti si esce. A volte più forti di prima. A volte solo più realisti o più focalizzati mentre tutto intorno continua ad essere poco chiaro. Io avevo capito che l’insostenibile pesantezza dell’essere è parte di me, e mi sono votata alla ricerca della leggerezza. Voi il declutering l’avete scoperto ora. Io nel 2001.
E ora sono di nuovo io e una macchina fotografica. Ma non sono io il soggetto della camera fotografica. E’ la vita che mi circonda. Con tutti i sui possibili infiniti riflessi.
Se c’è una cosa che questa esperienza estera mi ha insegnato, è non che dobbiamo mai avere paura di fare scelte impopolari, di accettare situazioni apparentemente complicate, perché la vita prende spesso svolte improvvise, che il più delle volte ti regalano davvero nuove passioni e ti fanno sentire migliore. Anche se magari per capire tutto ciò devi aver sofferto un po’ prima.
Eccoci qui. Tutti insieme. Tutti felici. Tutti con un pezzetto di vita dentro una macchina fotografica.
Questa è Kuwait. Spero di avermi trasmesso qualcosa.
Quale foto vi è piaciuta di più?
Grazie Lynda Higgs. Se qualcuno è interessato ci saranno altri corsi cercate il suo sito.
Email: higgslynda01@gmailcom
Instagram: https://instagram.com/thesometimephotographer/
Facebook: https://www.facebook.com/LyndaHPhotography
Website: www.LyndaHiggsPhotography.com
Mamma Avvocato says
I piedi nel vestito femminile svolazzante!
Che dire di questo post, Mimma?
Forse solo che credo di capire quello che hai scritto a proposito della fotografia e la gioia di questo corso, perchè anche io mi sono innamorata di una Reflex e ho scoperto una parte di me.
Non ho ancora provato a cimentarmi con il tuo genere, io amo i ritratti ed i paesaggi, per ora.
Però ricordo il mio primo corso di fotografia, concentrato in un fine settimana, come un regalo bellissimo ed il secondo, una sera per alla settimana, per tre mesi, come la mia bombola di ossigeno dopo la maternità.
Quanto all’insostenibile pesantezza dell’essere, è parte anche di me e ancora non ho capito come liberarmene ma ci provo.
mimma says
abbiamo gli stessi gusti è la mia foto preferita. Comunque bello scoprire certe passioni. Danno tanta energia.
Sempre Mamma says
La foto di voi tutti insieme è bellissima, ma quella col tipo che fuma che sulla maglietta vi è scritto “worry less feel good” è significativa.
E’ bello ciò che stai facendo, una nuova esperienza che non può che arricchirti
Claudia says
Hai fatto benissimo, Mimma!
Non vedo l’ora di vedere le bellissime foto che farai!
alessia-mammacongelo says
Belle foto!! Mi piacciono i post fotografici, dicono più di post con mille parole. Sono diretti, emozionanti e trasportano subito chi legge nei luoghi fotografati.
La mia preferita è quella in bianco e nero del tipo che cammina, con sguardo torvo guarda direttamente nell’obiettivo.
Brava Mimma!
mimma says
Grazieee so quanto tu ami fotografare e qanto sei brava!!