Mancano ventiquattro minuti all’ultima preghiera del giorno. Dobbiamo assolutamente essere dentro al supermercato prima che cominci.
Parcheggiamo l’auto, a fatica visto l’affollamento di jeep e persone nel parcheggio. Scendiamo di corsa tenendo per mano i bambini che sorridono e sono felici di fare la spesa tutti insieme.
Dopo qualche minuto siamo dentro al supermercato. Scegliamo due carrelli e ci infiliamo i bambini.
Uff, ce l’abbiamo fatta, penso io rallentando il passo prestando attenzione a non strappare l’abaya con la ruota del carrello.
“Tesoro, io corro a prendere frutta e verdura perché durante la preghiera gli omini che pesano e mettono i prezzi non lavorano. Tu pensa al pane!” Guardo l’orologio, mancano solo quindici minuti… non ce la faremo mai!
Prendo una confezione di pane integrale a fette e mi guardo attorno velocemente alla ricerca di altri prodotti interessanti per i bambini. Nulla che valga veramente la pena. Passo anch’io al reparto frutta e verdura, cerco di localizzare il daddy e lo vedo in fondo nella corsia dei mango e delle papaie. Mi sembra una trottola, gira a destra e sinistra, sembra una di quelle palline matte che quando le lanci rimbalzano qui e la in maniera casuale, ma lui non ha nulla di casuale in questo momento. Il suo programma è ben definito! Dopo un paio di minuti mi passa vicino e mi urla “hai comprato i cucumber, i lime, i pomodori e le patate???“. Certo che no, come credi che faccia a comprare tutte queste cose se nemmeno so dove si trovano e devo correre?!
Intravedo le patate, prendo un sacchettino, ne infilo sette e poi mi lancio diretta verso l’omino della bilancia. Davanti a me un fiume di gente impazzita che tenta di fare la spesa come noi prima dell’ora x. In zona bilance sento il profumo di menta, mi giro e mi precipito alla corsia delle erbe, prendo un mazzo fresco di menta, la infilo nel sacchetto e mi lancio nuovamente alle bilance, tutto questo senza mai mollare il carrello con dentro Tommaso.
Ecco il daddy, gli passo vicino e gli rubo un paio di sacchetti dal carrello che vado prontamente a pesare. Lui è concentratissimo, dopo la frutta passa alla verdura. Nel frattempo un altoparlante annuncia qualcosa di incomprensibile nella lingua locale, poi in inglese. Io capisco solo che tra qualche minuto chiuderanno tutto perché è l’ora della preghiera. Guardo l’orologio, abbiamo esattamente quattro minuti a nostra disposizione per finire gli acquisti della verdura e andare a pesare e prezzare tutto.
Mi manca l’aria, mi gira la testa, mi sento le gambe pesanti e affaticate e mi muovo molto lentamente. Questo è ciò che mi accade quando mi mettono fretta, non so per quale strano motivo ma io reagisco al contrario. Attorno a me tanta gente che si muove svelta, bambini mollati nei carrelli da soli che urlano, altri bambini più grandi che corrono per aiutare le madri, il personale del supermercato che aspetta con ansia di interrompere il proprio lavoro per i prossimi venti minuti.
L’altoparlante farfuglia ancora qualcosa, ormai è ora di chiudere. Mi giro verso le bilance e vedo il daddy con lo sguardo vittorioso che sta finendo di far pesare tutta la sua frutta e verdura all’omino filippino delle bilance. Mi guarda, sorride, pollice in alto. Io lo guardo, non sorrido, pollice verso.
“No vabbè tesoro io così posso morire di infarto!“.
Lui ride e mi dice che ora possiamo continuare la spesa con tranquillità visto che le casse non riapriranno prima di venti o trenta minuti.
Ma quale tranquillità?! Le corsie sono affollate di gente: donne con bambini piccoli, coppie di stranieri, intere famiglie in trasferta come noi, uomini anziani e un’infinità di bambini che si intrufolano tra le gambe o ci urtano con i carrelli. Mi sembra di vivere una sfida dove vince chi riesce ad arrivare alla casa vivo senza morire soffocato e pestato lungo le corsie del supermercato.
Ci addentriamo nei diversi reparti: formaggi e latticini, riso e pasta, spezie, cereali, detersivi…
Prima di andare verso i reparti vicini alle casse, ci dirigiamo nel reparto scuola e giochi per i bambini. Abbiamo promesso ai tati che gli avremmo comprato del pongo e delle tempere se fossero stati bravi durante la spesa. Visto che sono stati fantastici, silenziosi e soprattutto collaborativi, abbiamo scelto insieme due confezioni di pongo, acquistato lo scotch, la colla e cercato invano delle tempere.
Nel frattempo ci accorgiamo che hanno riaperto le casse, la preghiera è finita.
Con calma noi terminiamo la nostra spesa.
Mentre ci troviamo nella corsia dei biscotti sento l’altoparlante che comunica ai signori clienti che il sistema atm non funziona, ovvero non si può pagare con carta di credito. Guardo il daddy sconcertata: “ed ora come facciamo? Io ho solo 200 sar in contanti e tu?”
“Non preoccuparti, esco un attimo e vado a ritirare. Tu mettiti in coda qui!“.
Le casse strabordano di gente, le voci si mescolano alle urla dei bambini, la coda è abbastanza lunga. Noi ci mettiamo tranquilli dietro ad una famiglia di filippini che ci sorridono felici e tranquilli.
Noto con piacere che la maggior parte del personale alle casse sono donne, la volta precedente ero rimasta colpita dal fatto di aver visto solo uomini.
Ecco il nostro turno, il daddy è arrivato appena in tempo per aiutarmi a depositare due mega carrelli di roba sul nastro. In fondo, dopo la cassa, invece del solito omino straniero delle borsine c’è una signora araba tutta velata che in maniera cordiale e simpatica ci saluta e ci fa passare. Naturalmente il daddy non riesce a stare fermo ed inizia ad imbustare la spesa ma la signora lo rimprovera più volte. Io ed i bambini ci godiamo la scenetta al fianco del carrello. La signora invita il daddy a smettere di imbustare perché quello è il suo lavoro, lui gli dice che in Italia lo fa sempre lui da solo, lei lo rimprovera perché i detersivi non si possono infilare insieme al cibo, la cassiera se la ride tranquilla. Insomma, dopo dieci minuti di imbustamento spesa, risate con la cassiera e la signora delle borsine, finalmente l’avventura spesa si è conclusa. Consegno al daddy il carrello stracolmo di borsine e usciamo dal supermercato sudati e provati, ma vittoriosi.
Info: dovete sapere che la preghiera avviene cinque volte al giorno ad orari ben stabiliti che cambiano giornalmente. In questo paese del Golfo ogni volta che si prega i negozi vengono chiusi, nel supermercato si può rimanere all’interno e continuare la spesa ma ai vari banconi non c’è nessuno che ti serve fino al termine della stessa. Per facilitare l’impresa della spesa è utile scaricarsi un’applicazione sul telefono che ti dice i vari orari delle preghiere in modo da potersi organizzare e non farsi cogliere impreparati.
mammaalcubo says
Oh my God! Che ansia!!!
drusilla says
da morire!!!!
anna says
Sì che ansia. Se penso che qui in Italia gli stessi stranieri si lamentano se trovano il supermercato chiuso la domenica. Forse si sn dimenticati cm funziona da altre parti. Poi è vero che dipende molto da persona e paese di provenienza. Scusa non sn una razzista ma ho appena assistito ad una scena memorabile di lamentele (di cui noi italiani sm campioni ovviamente) da parte di un arabo (ma non so proveniente da quale paese quindi non voglio fare di tutta l’erba un fascio! ). Anna
drusilla says
Dipende da persona e da paese a paese però sono d’accordo con te! Dovremmo imparare noi italiani a far rispettare maggiormente le regole e far valere la nostra italianità!
Sempre Mamma says
Mi sarebbe venuto l’ affanno. Giuro. Però è una bella avventura che hai portato a termine.
Devi sempre andare col Daddy a fare la spesa. ?
drusilla says
No, per fortuna posso andare anche sola. Ma la spesona quella grande è più facile farla con lui perché in auto riusciamo a caricare tutto.
Silvia Fanio says
Io torno a casa frastornata dalla spesa con marito, Polpetta e pulcino che puntualmente a metà deve fare la poppata (non serve partire calcolando gli orari del piccolo, a metà gli viene sempre fame!).
Credo che al tuo posto non ce l’avrei fatta.
Grazie per condividere parte della tua vita qui ed insegnarci come sia vivere in un paese con una cultura così diversa dalla nostra!
drusilla says
Grazie a te! E’ bello poter condividere con gli altri le proprie esperienze di vita e serve anche ad affrontarle col sorriso.
iori stefania says
Carina io mi trovo persa qui in Italia nei grossi centri commerciali ,immagino dover fare la spesa li da voi ,molto probabilmente le prime volte uscirei senza spesa!!!!! Bravissimi ,organizzatissimi!!!!!
drusilla says
Il daddy organizzatissimo io un po’ meno, ma ne basta uno in famiglia!
Mikroula says
Leggevo e avevo l’ansia……
Io faccio sempre la spesa in fretta questo si ma per carattere mio non per “paura” di non trovare il personale….
drusilla says
Ho cercato di trasmettere al lettore la stessa ansia che ho provato io durante la spesa.
Io sono una di quelle che ama fare la spesa con calma, preferibilmente senza figli e senza orari da seguire.
Greis says
Sono stata in ansia solo a leggere!! No, non ce la posso fare: avrei preso tutto e aspettato la fine della preghiera! Troppo organizzato il daddy per me! Ahahah
Un bacione
drusilla says
Anche per me lui è troppo organizzato, mi fa schiattare!
Annika says
Capisco senz’altro l’ansia ma da un certo punto di vista è una bellissima avventura 😀 mi sembra che come famiglia lo affrontiate con molta ironia!
Graziella Pezzetta says
Ciao Dru! come fai a fare la spesa da sola se non puoi guidare? Sai che qui in Olanda hanno orari pazzeschi? almeno per noi italiani. I supermercati chiudono abbastanza tardi, alle 19.30 mente i negozi alle 17, addirittura sull’isola di Texel aprono alle 11 e chiudono alle 16. Domenica e lunedi mattina tutto chiuso, e ti parlo di località turistiche! E’ proprio vero: Paese che vai, usanze che trovi!
drusilla says
La spesa posso andare a farla con il driver del compound, ma a disposizione abbiamo un mini bus con un mini baule e quindi tutto più complicato.
Però ora il mio attuale marito ha capito che la spesa meglio andare a farla il venerdì mattina presto.
Claudia says
Mamma mia… dover calcolare la spesa al minuto cosi deve essere stressante… deduco che le altre persone che hanno continuato a fare la spesa con voi non fossero mussulmane? Poi ci dovrai raccontare com’e’ la tua vita sotto l’abaya!
drusilla says
In realtà chi ha continuato a fare la spesa era gente di ogni nazionalità e tanti locali.
virginiamanda says
Sei stata bravissima!
Il momento della spesa è un tra i più provanti all’inizio di un espatrio… ma questo supera tutto!
In bocca al lupo per tutto, un abbraccio forte!
drusilla says
Crepi e grazie mille!!!
Irene-Lavoro da Mamme says
Sono stata col fiato sospeso per tutto il tempo della lettura! E alla fine avevo il mal di testa per voi! Che bravi, io non credo ce la farei, sono organizzata, ma quando mi mettono pressione…vado totalmente in tilt!
drusilla says
No ma infatti io sono andata completamente in tilt e la spesa l’ha praticamente fatta mio marito.
Silvia Fanio says
Ciao! Ti ho nominata nel mio top of the post della settimana!
http://scintilledigioia.blogspot.it/2015/09/top-of-post-07092015.html