La mia piccolina cresce velocemente.
Sono, ovviamente, innamorata perdutamente di lei.
I suoi sorrisi e la sua dolcezza mi disarmano, così come la sua voglia di impegnarsi, quell’ansia da prestazione che ha e che sto cercando di tenere sotto controllo.
Uno degli aspetti del suo carattere che più mi piace è la gentilezza.
Per lei è molto importante.Qualche giorno fa mi ha ripresa per come ho chiamato il padre. Mi ha guardata negli occhi e mi ha detto: “it’s to rude così mamma!”.
Mi ha lasciato senza parole, un po’ perché non sapevo nemmeno che conoscesse questa parola e poi perché mi ha invitato ad essere più dolce con il padre.
Ieri sera, mentre stavamo cenando, sento squillare viber. Vedo che è mio padre, ma decido di non rispondere e di richiamarlo dopo aver finito di mangiare, perché non mi piace interrompere la cena. Lei mi guarda con i suoi occhioni grandi e mi riprende: “mamma però non rispondere al telefono is no kind”. Non è gentile.
Oggi il padre mi dice: “Amò mi passi il sale”. Lei si ferma, lo guarda seria e gli dice: “non si chiama Amò, si chiama mamma e poi è più bello amore e dire per favore“.
Non le piace che i nomi vengano tagliati o storpiati, “Amò” le è sembrato un modo scortese di rivolgersi a me. Troncare le parole, per lei, è un atteggiamento poco gentile e brusco anche se usato tra le mura di casa. Essere chiamata Gia non le piace per niente.
Ho quindi questa piccola donna che continuamente mi ricorda il valore della gentilezza, delle parole usate nel modo giusto, anche nel tono. Quando io e il padre parliamo animatamente, magari di un argomento che ci appassiona, lei ci interrompe e ci chiede: “Mamma Papà state litigando o parlando???“. E alla nostra risposta “parliamo” e ci dice “allora perchè avete questa voce così forte??”.
Vi confesso che ora se litighiamo ci obbliga a dirci “scusa”.
Mi ha fatto ricordare che pure per me la gentilezza è sempre stata importante.
Eppure se mi guardo in giro mi sembra il contrario.
Viviamo in una realtà dove la gentilezza sembra un accessorio, dove pronunciare semplici parole come “grazie”, “per piacere” o “prego” è fatica, dove salutare costa impegno e regalare un sorriso a qualcuno è uno sforzo che non vale la pena di fare se non è ripagato da qualcosa di materiale. Mi chiedo spesso: “perché da piccoli riteniamo la gentilezza una cosa fondamentale e da grandi non ci interessa più? Cos’è cambiato in noi?”
Le parole hanno un peso e feriscono, molto!
Lei che non ama che io racconti le cose che dice, temendo sempre di essere fraintesa o derisa.
Lei che spesso mi dice che gli altri sono tutti più belli e bravi di lei.
Mi fa una tenerezza pazzesca quando va in camera a ballare perché non vuole essere vista da me e da nessun altro.
Lei che oggi, dopo aver visto un film bellissimo che parlava di incomprensioni tra ragazzini e litigi tra due amici, mi guarda e mi dice “mamma non voglio diventare grande“. Queste cinque semplici parole mi hanno colpita profondamente, perché, a meno di cinque anni, ha già capito che vivere nel mondo non sempre è facile, ma soprattutto è difficile misurarsi con gli altri, capirsi.
Lei che ha già deciso che è meglio autoescludersi se non si viene subito accettati dal gruppo.
Io sono una donna sicura e determinata, credo di essere nata così e ora ho un piccolo calimero per figlia, non sempre insicura, ma semplicemente bisognosa di tanta gentilezza per sentirsi più forte.
Ho avuto anche io le mie prove. Da piccolina soffrivo quando mio padre, per esortarmi ad essere più rapida nei lavori al negozio, mi derideva davanti ai clienti dandomi nomignoli stupidini. Avrei preferito uno schiaffo sul viso piuttosto che ricevere parole dure o, peggio ancora, prese in giro. Ho avuto compagne di classe che mi hanno deriso davanti alla classe.
Mi hanno reso più forte queste esperienze? No, mi hanno fatto solo decidere che avrei cercato di non fare uguale. Per questo a casa mia abbondiamo con i “principessa”.
E’ facile far ridere gli altri con le prese in giro. E’ divertente fare i sarcastici. Nella nostra società è figo dire “io sono cinico!”, pare che porti molti consensi e giustifichi tutto. Ma io continuo a pensarla diversamente.
Per questo amo leggere blog come Zelda was writer, gypsi in the kicthen perché sanno essere sempre così gentili, dolci e pure con il mondo almeno nei loro scritti.
La gentilezza è rara ed è per questo rivoluzionaria.
La mia piccolina ha ragione spesso il mondo it’s too rude.
E se lo sa lei che è ancora una bambina perché non darle retta?!
Non trovate?
Proviamo tutti ad essere più gentili.
Ricordiamocelo quando siamo un po’ stanche o di fretta. Non dimentichiamoci di salutare il vicino di casa anche se è un rompiscatole cafone, vedrete che lo spiazzerete con la vostra gentilezza gratuita.
Ricordiamocelo mentre siamo in ufficio, anche se cariche di lavoro e rivolgiamo un sorriso alla collega appena arrivata. Non neghiamo il sorriso all’impiegato della posta che sta semplicemente svolgendo il suo lavoro.
Ricordiamocelo mentre siamo sull’autobus, sul tram, o in coda in autostrada o in città.
Ricordiamocelo mentre andiamo a prendere a scuola i nostri figli, magari sorridiamo a quella mamma che sembra sempre arrabbiata col mondo e invece ha solo bisogno di una parola gentile.
Ricordiamocelo quando siamo in coda alla cassa del supermercato, chiediamo le cose con gentilezza perché solo la gentilezza richiama altra gentilezza.
Siate gentili con chi ha semplicemente bisogno di sforgarsi anche se dice cose opposte al vostro sentire.
La gentilezza premia.
Il nostro comportamento è fondamentale per i nostri figli.
A me non piace sentire certa gente che crede che insegnare ai propri figli ad essere stxxnzi sia meglio che insegnargli ad essere gentili, essere stxxnzi non paga mai, e vostro figlio non verrà divorato dai suoi compagni per la sua gentilezza ma li spiazzerà per questa, li disarmerà, credetemi.
Essere gentili, non significa essere stupidi. Mentre scrivevo questo post mi è tornato in mente una storia che ho letto su Gandhi.
“Quando Gandhi studiava diritto all’università di Londra aveva un professore, Peters, che non lo sopportava; Gandhi, però, non era il tipo da lasciarsi intimidire. Un giorno il professore stava mangiando nel refettorio e Gandhi gli si sedette accanto. Il professore disse: – Signor Gandhi, lei sa che un maiale e un uccello non possono mangiare insieme? – Ok Prof, sto volando via…rispose Gandhi, che andò a sedersi a un altro tavolo. Il professore, profondamente infastidito, decise di vendicarsi al prossimo esame, ma Gandhi rispose brillantemente a tutte le domande. Allora decise di fargli la domanda seguente: – Signor Gandhi, immagini di stare per strada e di notare una borsa; la apre e vi trova la saggezza e molto denaro. Quale delle due cose tiene per sé? – Certamente il denaro, Prof. – Ah, io invece al posto suo avrei scelto la saggezza. – Lei ha ragione Prof; in fondo, ciascuno sceglie quel che non ha! Il professore, furioso, scrisse sul libretto la parola IDIOTA e glielo restituì. Gandhi lesse il risultato della prova e tornò subito indietro. – Professore, Lei ha firmato l’esame ma si è dimenticato di mettere il voto! “
Vera o falsa che sia a me è piaciuta.
E poi ho in casa qualcuno che me lo ricorda sempre to be Kind please e per fortuna perchè pure io spesso sbaglio e gentile non lo sono per niente.
veroveromamma says
La gentilezza è passata di moda sembrerebbe!!!!! la tua bimba come la mia Ester non ama le storpiature e se sente il tono di voce alterato celo fa notare…….
trovo che la gentilezza , anzi la mancanza di gentilezza oggi giorno sia un po la cuasa della maggior parte dei problemi relazionali…… permesso , grazie , scusa , perfavore , potresti…. etc.. sembrano scomparsi dal vocabolario e dalle famiglie!!!!((purtroppo)).
Noi forse anticonformisti puntiamo sull’educazione e gentilezza anche a tavola e fra di noi!!!!!!!
bellissimo post e bellissima foto direi!!!!!!!
ciao veronica
mimma says
Veronica grazie per aver condiviso la tua esperienza, penso pure io che sono tanti i bimbi che la posseggono ma che poi l’esempio che li circonda faccia un po’ perdere loro quella che è una qualità innatata. Grazie mille….
iori stefania says
Brava Giada , la gentilezza e il rispetto non ti deluderanno anche se nel mondo attuale si è dimenticato ma sono convinta che se alle persone ti rivolgi con gentilezza e rispetto ne sarai ripagata. UN grande bacione a Giada e a voi
Mamma avvocato says
Le tue parole e quelle di Giada mi hanno appen costretta ad un esame di coscienza.
devo impegnarmi di più, anche e soprattutto in famiglia.
Educata lo sono (quasi) sempre ma spesso in famiglia sono alquanto rude.
Giada e’ davvero una piccola principessa speciale e dal sorriso dolcissimo!!
mimma says
Guarda a me ha fatto molto riflettere lei. Come dicevo ci ha ripreso un paio di volte. Fa troppo ridere..però ha ragione lei. La verità che spesso conduciamo vite freneriche, una corsa continua, stanchezza …ed è facile essere un pò rudi. Ma basta solo ogni tanto fermarsi a riflettere . Un abbraccio
Greis says
Mimma la tua piccola è dolcissima e insegna tanto, io la adoro e quel piccolo calmiero si trasformerà in un cigno stupendo e da un caratterè dolcissimo e sicuro grazie anche a tutte le tue attenzioni.
mimma says
Ma quanto amiamo le nostre piccoline???
Mariangela says
mi viene da piangere….a quest’età i bambini sono di un’innocenza disarmante…
mimma says
e dolcezza infinita….. il miglior antitodo….
Mamma Piky says
Una volta mi hanno detto che la gentilezza è un’arma, da usare contro gli arroganti e i presuntuosi. Non mi piace pensarla così, la gentilezza è un dono e una qualità che può e deve essere educata ma non necessariamente usata con tutti. Io per lo meno non ci riesco e con chi non se lo merita, gentile non lo sono.
mimma says
Be io rimango sempre abbastanza gentile..educata. Ma chiuso con la disponilità.
Mila says
Sono un’insegnante di matematica e fisica del liceo e ho il piacere di testimoniare che nel mio ambiente scolastico di una città non grande del centro nord una grande gentilezza e un’ottima educazione sono ampiamente diffuse fra gli studenti. Insegno da tanti anni e ho notato che questa tendenza, invece di essere in calo come spesso si dice, è in aumento con gli anni. Ciò mi fa molto piacere e ne ringrazio le famiglie, che per prime sono le artefici di ciò. Un piccolo dettaglio come esempio: è bello tenere un’ora di recupero per gli studenti più in difficoltà, per la quale sono pagata, anche se pochissimo, e sentirmi dire “Grazie” dagli studenti a fine lezione. In fondo mi ringraziano per aver compiuto il mio dovere. Ciò rende sereno e perfino dolce il rapporto fra insegnanti e allievi. Tutto ciò mi rende orgogliosa di appartenere a questo ambiente più provinciale che non è il mio di origine (sono nata e vissuta in una grande città fino al matrimonio) ma che apprezzo sempre di più.
mimma says
che bello mila. Grazie per la tua testimonianza è un sollievo. Io ne ho bisogno più del pane. Un abbraccio
mammaalcubo says
Hai ragione Mimma, spesso sono proprio i nostri bambini a ricordarci e insegnarci i veri valori.
Coltiviamoli e custodiamoli come un bene prezioso.
mimma says
hai ragione questa è l’unica strada.
mammaalcubo says
Hai ragione Mimma, spesso sono proprio i nostri bambini a ricordarci i veri valori. Coltiviamoli e custodiamoli con cura 🙂