Il mio cuore batte così forte che mi sveglio.
Prima di uscire voglio dare un bacetto ai miei ometti biondi, loro che poco più di tre ore fa erano così agitati ed emozionati da questa mia partenza che non ne volevano sapere di dormire e inventavano scuse di ogni genere.

Lijo insiste per portarmi le valige, mi accompagna al check-in e fino al controllo per poi accedere al gate. Mi saluta, mi stringe la mano, mi fa un grande sorriso e si raccomanda come un fratello maggiore: “Buon viaggio! Ricordati di mandare un messaggio a Mister Mattia quando parti, altrimenti si preoccupa!”. Meraviglioso.
Apro la borsa e magicamente estraggo l’oggetto più prezioso di questo viaggio: il Kindle!

Vabbè, niente panico, io inizio a leggere e quando poi si spegnerà vedremo come impegnare il tempo rimanente….
Le storie di Marina Bellezza e Andrea Caucino mi stanno prendendo troppo, non riesco a smettere di leggerli, non chiudo occhio durante tutto il viaggio e il Kindle fortunatamente non mi abbandona.
Mi permetto solo due distrazioni: la cena e il finestrino.

L’altra distrazione è ben più importante. Si, perché il finestrino è quel luogo tanto conteso e inaccessibile ogni volta che viaggio con i bambini. Amo quell’ovale che ti permette di dare uno sguardo al mondo dall’alto, da una prospettiva diversa rispetto a quella della vita reale, che ti permette anche di viaggiare con la fantasia, immaginarti luoghi magnifici a migliaia di chilometri sotto i tuoi piedi.
attesa del secondo imbarco le vetrate dell’aeroporto si riempiono di luce fino ad abbagliare tanti occhi stanchi e appiccicati dal sonno.
Purtroppo questo volo è pieno, il mio posto è infelice, fila 27 (fino qui tutto ok!), posto B (avete capito?!). Quel posto nel mezzo tra A e C, quello antipatico soprattutto quando viaggi sola, quello che speri sempre di avere come compagne di viaggio due donne, magari magre, profumate e simpatiche. Ma invece no, i miei peggiori presentimenti si sono avverati, come compagni di viaggio mi ritrovo due ragazzi arabi alti più di un metro e novanta e grandi, non enormi ma grandi.
Quando ci siamo seduti sembravo un wurstel dentro ad un hot dog!
Le ruote hanno toccato terra e le mie mani iniziano a sudare.
L’arrivo a Milano mi emoziona sempre tantissimo. Riabbracciare la mia famiglia dopo mesi di rapporti via skype fa effetto. Ma sono abituata a mandare avanti i miei tati, sono loro i protagonisti che travolgono i nonni riempiendoli di baci e abbracci mentre io mi godo la scena da lontano con gli occhi lucidi. Ma questa volta è diverso, oggi sono arrivata in veste di figlia, la protagonista di questa vacanza sarò io.
Nei successivi quattro giorni il mio ruolo sarà quello della figlia, la parte della mamma l’ho lasciata in Kuwait, ecco perché mi sento così nervosa ed emozionata. E’ tanto, forse troppo, tempo che non mi godo la mia famiglia e non mi lascio coccolare e viziare dalla mia mamma!
Meraviglioso è stato poter godere della tua compagnia questi 4 giorni, indimenticabili. La tua SUPERIORONA
Cara mamma sono stati quattro giorni stupendi e carichi di emozioni. Un bacione
Meraviglioso è stato poterti riabbracciare e godere della tua compagnia anche se solo per poche ore!!! Bacioni Zia Nene
Sorellina, un peccato non aver potuto godere della tua compagnia per più tempo. Ma in poche ore sono riuscita a vedere la tua nuova casetta e questo è ciò che conta.
Ti voglio bene sorellina!
Se non lo hai scritto a vacanza finita… buona vacanza! (Altrimenti buon rientro!)
Silvia, purtroppo la vacanza è già finita e sono già rientrata in quel del Kuwait ma ti assicuro che sono stati quattro giorni incredibilmente carichi di emozioni e molto impegnati. Grazie!
Non ci posso pensare… non so se sarei in grado di tornare ad essere figlia. A volte i miei figli li “uso” come scudo per proteggermi. Pensare di andare in Italia senza di loro forse non ci riuscirei.
E’ stato difficile anche per me ma a volte serve tornare figlia, fa bene alla mente e allo spirito.
Mi fate sempre emozionare…anche per un viaggio in aereo. Siete bellissime e spero che un giorno potrò dirvelo di persona. Come se la son cavata i maschi di casa? :-)))
Grazie Mamma Piky! Anch’io vorrei tanto incontrarti di persona, chissà….
I maschi di casa se la sono cavata alla grande anche se i piccoli ometti erano in arretrato di sonno perché il sonnellino pomeridiano non è mai stato rispettato.
Dal momento in cui diventiamo mamme, difficilmente ci riappropriamo del nostro ruolo di figlie e quando questo succede all’inizio siamo quasi impacciate, sentiamo che ci menca qualcosa, o meglio, qualcuno. I tuoi giorni sono stati belli e intensi, felice x te.
Io ormai non posso più essere solo figlia, la mamma non c’è più e papà ammalato si appoggia molto a noi figli, quindi ci ritroviamo nel ruolo inverso, ma va bene così, anche x’ non si può fare altrimenti.
Cara Moky hai proprio ragione. Il ruolo di figlie dopo essere diventate madri è strano e cambia molto. Ho la fortuna di avere una mamma giovane, carica, energica e piena di vita.
Domani sera dormo a malpensa con le bimbe x un volo prestissimo di ritorno a casa…e dieci giorni dopo rifaro’ il viaggio inverso senza di loro,senza senator.solo io e un bagaglio a mano x un wkend in cui saro’ solo un’amica delle amiche che mi ospiteranno e che nn vedo da tantissimo tempo…l ultimo viaggio senza bea e prima che nascesse ali fu a dublino dalla stessa amica che ora e tornata a vivere a milano,a gennaio 2011, quasi due anni fa…sono emozionatissima