Sono ormai circa nove mesi che vivo in Italia, parlo una sola lingua, mangio prosciutto, bevo birra e vino (oltre che lo spritz durante il week end!), incontro e frequento quasi esclusivamente italiani.
Con tutta la fatica che ho fatto per arrivare ad un livello decente di inglese ora sto lottando per mantenerlo! Come faccio?
Ora vi racconto!
Quando, per colpa di una cena, abbiamo deciso che mio marito sarebbe partito da solo per una nuova destinazione mentre io sarei dovuta fermarmi con i bambini per un anno in Italia, il mio primo pensiero è stato: “e adesso come la metto con il mio inglese?!”
Ecco ciò che faccio per cercare di mantenere il mio livello di inglese. Quel livello che, seppur scarso, va fortemente preservato, un po’ come il panda che è in via di estinzione!
1. Come prima cosa abbiamo stipulato un contratto con Sky. Non che mi interessasse guardare film a tutte le ore del giorno (in realtà vi confesso che non ho nemmeno installato sky on demand), ma volevo che i miei figli potessero guardare i cartoni animati solo in inglese. Mentre io mi dedico ai film in lingua originale e magari a qualche serie tv, tipo Criminal Minds, dove però non capisco le sfumature delle elucubrazioni mentali e le riflessioni di Spencer Reid, quel genio dal quoziente intellettivo esagerato. Poco importa, come mi hanno insegnato alle superiori, l’importante è capire il succo del discorso. In poche parole, l’importante è capire chi è l’assassino, giusto?!
2. Libri in lingua. Per ora ho acquistato almeno dieci libri per adolescenti in lingua inglese, ma stanno bellamente prendendo la polvere sulla mia nuova libreria. Ho visto che mi risulta più semplice affrontare i libri per bambini. Anche se vi confesso che la versione di “Robin Hood” edita da The Usborne di 176 pagine mi sta mettendo seriamente in crisi.
3. Canzoni in inglese. Ora, non è che pretendo di cantare a squarciagola tutte le canzoni in inglese che la radio trasmette, però cerco di prestare maggiore attenzione alle parole che conosco e di ricavarci il senso generale. Inoltre, mi sono fissata con le canzoncine e le rhymes dei miei figli. Quindi, quando siamo in macchina assieme infilo i cd che avevo acquistato al meraviglioso negozio di giocattoli inglese Early Learning Centre di Kuwait City e cantiamo tutti assieme. Oltre alla famosa “The wheel on the bus” ora conosciamo “Puff the magic Dragon” e “Jack the peg”.
Vi prego cliccate e godetevi il video di Jake the peg… esilarante!!!
4. Stalkerizzare (termine inventato dall’amica Mimma) i teachers dei miei figli. L’unico momento in cui posso affrontare un discorso in lingua, fisicamente parlare e ascoltare parole in inglese è quando vado a scuola dai bambini perché le insegnanti sono madrelingua inglese e non parlano in italiano. Per questo mi fermo volentieri a parlare con loro la mattina mentre lascio i bimbi a scuola, scambio qualche parola quando vado a prenderli, fisso un paio di volte al mese un colloquio perché mi serve per affrontare un dialogo più completo e costruito, oltre che conoscere l’andamento scolastico dei miei figli. Cerco di partecipare ai workshop e a tutte le attività che organizza la scuola purché in lingua. Essendo in Italia ho meno ansia da prestazione e quindi riesco a concentrarmi maggiormente, faccio meno errori coi passati e i plurali, anche se il mio vocabolario è un pochettino povero perché mi manca la quotidianità.
5. Parlare il più possibile con i bambini in inglese. Tutte le brave mamme bilingui si staranno rivoltando leggendo questo, perché la prima regola per crescere bambini bilingui è quella di rivolgerci a loro solo nella nostra lingua madre, ma qui occorre fare un’eccezione visto che mi trovo in Italia e loro non possono confrontarsi con una realtà in lingua inglese. Confesso che mi stanno aiutando moltissimo, loro con quell’accento così British da mandarmi in crisi ogni tre per due, loro che non hanno alcun problema a capire la direttrice neozelandese, loro che, fortunatamente, mi salvano da qualsiasi figuraccia, loro che usano “wanna” e “get” con naturalezza, senza crearsi problemi. L’altro giorno, quando siamo andati in segreteria ad acquistare i ticket lunch, si avvicina la direttrice neozelandese, ci saluta, sorride, io ho iniziato a sudare freddo perché questa ha una parlata incomprensibile. Ad un certo punto chiede a Tommaso qualcosa tipo: “are you ready for m….”. Io quel m-qualcosa ho capito are you ready for a mess (sei pronto per un pasticcio?). Ho rivolto uno sguardo interrogativo a Tommaso, ma con la bocca sorridente, non volevo far capire alla neozelandese che non c’avevo capito nulla. Alla sera prima di andare a letto ho chiesto a mio figlio: “tesoro, ma cosa ti ha chiesto la direttrice questa mattina? Are you ready for a mess????”. Naturalmente lui è scoppiato a ridere come un pazzo e mi ha risposto: “ma mamma, nooo!!!! Are you ready for maths!!!”. Ahhhh
Capito?!
Mi sa che mi resta ancora tanto lavoro da fare!
Nel frattempo ho scoperto che a Padenghe esiste il Poliglot Club, il salotto interculturale del Lago di Garda. Dove una volta a settimana ci si incontra in un bar e si fa conversazione in lingua. Naturalmente le persone vengono suddivise in base alla lingua che vogliono praticare e poi si parla. Mi sono ripromessa che andrò almeno una volta, la trovo una cosa fantastica!
Ma ora ditemi voi come fate a mantenere viva una lingua che non parlate tutti i giorni. Voi donne espatriate di passaggio o di ritorno in Italia, come fate a stimolare il vostro livello di inglese. Ho bisogno di consigli e aiuti pratici. Thanks!!!
iori stefania says
Visto il video Bellissimo !!! Poi mi spiegherai cosa diceva lui in inglese Ciao carina
alessia - mammacongelo says
Quando sono arrivata in Canada non parlavo francese ma avevo un livello di inglese abbastanza buono. Ora quando mi parlo in inglese rispondo in francese. Alcune frasi o parole elementari proprio non mi vengono più fuori in modo naturale. Un casino insomma. Pure io film in lingua inglese e spesso e volentieri ne capisco solo il “succo”!
drusilla says
Alessia, quello che conta è il succo, tutto il resto è in più!!!!
Francese e inglese contemporaneamente è una bella sfida.
Giupy says
Che invidia i bambini che imparano le lingue in un attimo mentre noi ci dobbiamo sbattere un sacco! Io ho un po’ questo problema costante di dimenticarmi le lingue perche’ ne ho studiate diverse (avendo, per l’appunto, fatto lingue all’universita’) e poi parlandone una sola le altre vanno nel dimenticatoio. Io vedo che internet e’ utilissimo – mi vedo un sacco di video in francese e leggo siti in francese per esempio, e poi in genere anche avere amici che parlano la lingua in questione. Una cosa che mi piace molto e’ il tandem, in cui trovi un Inglese e ci parli un’ora in Italiano e un’ore in Inglese…
drusilla says
Io adoravo il Kuwait perché parlavo inglese con tutti, poi avevo l’amica libanese che spesso parlava francese e quindi l’ascoltavo e capivo anche se non sarei più in grado di pronunciare una sola parola. Insomma, adoro vivere in mezzo a tante nazionalità perché adoro il suono delle diverse lingue. Pure l’arabo ha il suo fascino anche se è difficilissimo!
Gilda says
Quando sono tornata da Londra avevo il terrore di perdere il lessico che ero riuscita -non senza fatica- ad imparare. Alla fine, ho optato per le tue stesse soluzioni e ,in più, ho trovato degli aperitivi in lingua molto carini in cui chi partecipa deve x forza parlare inglese (ce ne sono anche in altre lingue per altro) e alla fine è un modo come un altro per esercitarsi. Certo non è la stessa cosa che vivere in un posto dove ogni giorno si è costretti a parlare inglese,ma meglio di niente!
drusilla says
Ciao Gilda! Che bello ricevere commenti da nuove persone!
Qui al Lago di Garda esiste questo Poliglot club che si riunisce una volta la settimana per un paio di ore, organizzano tavoli di conversazione in varie lingue. Mi piacerebbe un sacco partecipare, ma per ora non riesco ad organizzarmi con la gestione dei figli dopo cena. Speriamo più avanti!
Allie says
Ciao Drusilla,
io ho avuto il problema opposto: sono in procinto di emigrare e il mio livello d’inglese non era eccelso quando ho scoperto che sarei dovuta partire. Mi sono trovata molto bene con i siti di scambio linguistico, community di utenti che stanno imparando altre lingue e sono disposti a dare una mano con la loro lingua madre. Nel mio caso, ho contattato alcuni americani che stavano imparando l’italiano. Il sistema di messaggi interni al sito è piuttosto agevole e ti permette di mantenere la tua privacy finché non conosci un po’ di più chi sta dall’altra parte del monitor. Poi, con alcuni di loro, ho scambiato il contatto Facebook/Skype e ci sentiamo una volta a settimana, impegni permettendo. Il 50% del tempo si parla in inglese e l’altro 50% in italiano. Dal lato mio, faccio solo conversazione e chiedo di correggermi se sbaglio qualcosa. Molto più spesso, invece, loro mi chiedono anche chiarimenti sulla grammatica e sull’uso delle parole. L’unico inghippo, nel mio caso, è il fuso orario. Nel complesso, però, credo che sia un’ottima soluzione per migliorare/mantenere la lingua direttamente dal divano di casa propria e senza dover fare i salti mortali per organizzarsi 🙂
Ci sono diversi siti di questo genere, alcuni danno anche la possibilità di fare conversazione/lezioni a pagamento con i tutor certificati. Se hai bisogno di altre info, scrivimi pure sul mio blog o via FB 🙂
drusilla says
Grazie mille Allie!!!! Ti contatterò sicuro.
Massimo says
Ciao,
Ci sei andata alle riunioni Poliglot? … è un po’ di tempo che ci penso …