“Mimma non puoi mancare. Questa settimana c’è International Week all’American University del Kuwait e domani c’è il Bazar internazionale. Io e Elisa saremo allo stand dell’Italia, è la prima volta che viene allestito. Vieni così poi ci fai un post!”.
Ho acceso il telefono da pochi minuti e dopo il download ci ho trovato questo messaggio di Emanuela, la nostra vulcanica professoressa, dottoranda, ricercatrice, mamma, favolosa donna e fantastica amica. Lei è una delle amiche speciali che abbiamo incontrato in questo paese. Nostra fan accanita. Potevo mancare????
Quindi, in compagnia dell’amica Manu sono andata all’evento.
Ogni volta che varco il cancello dell’Università sono sempre su di giri. Sarà perché per me il periodo universitario in Cattolica rimarrà il momento più bello della mia vita, e quindi penso sempre di imbattermi con quell’energia così speciale i cui riflessi riescono ancora talvolta a raggiungermi.
Qui, ovviamente, la gioventù è diversa, ma l’ultima volta avevo visto un gruppetto giocare a carte come capitava nei chioschi milanesi. Inoltre, in questa università gli uomini e le donne ora possono stare nelle stesse aule, bar, condividere spazi. E’ l’università più liberale presente in Kuwait.
Nonostante ciò Emanuela mi ha chiesto di avere delle accortezze nel fotografare, soprattutto le ragazze, di chiedere loro il permesso, perché alcune di loro hanno il divieto della famiglia di parlare o intrattenersi con i ragazzi e se io per sbaglio fotografassi una semplice chiacchierata, o uno scambio di informazioni potrei metterle in difficoltà.
Quindi, mi ripeto questo monito, che però ha scatenato la mia curiosità, guardo le ragazze chiedendomi “lei potrà rivolgere la parola ad un suo compagno? Si ribellerà un po’ ai genitori”.
Elisa, che all’American University studia, mi ha raccontato che in questo ateneo sono rappresentate ben 50 diverse nazioni e oggi è l’occasione per mostrare la loro storia, le meraviglie del loro paese.

Alcuni paesi hanno una rappresentanza molto numerosa, pertanto si creano dei veri club che finanziano queste occasioni. Per paesi come il Libano, la Siria, l’Egitto sono piccoli momenti di “rivalsa” per mostrare le loro bellezze e non sentirsi quelli “piccoli”.

In Italia i comitati e i club nelle università sono tutti politici. Ricordate quelli di Comunione e Liberazione?! Io si e molto bene. Qui invece i club rappresentano semplicemente le Nazioni. Mi sono aggirata tra i vari stand.
Ovunque c’erano le foto dei monumenti e delle bellezze oltre che dei governanti. E poi il cibo. Tanto cibo.

Ma anche i loro giochi: il backgammon, la dama che pure da noi esiste. Erano tutti molto sorridenti. Gentili.
I libanesi i più entusiasti. Ho chiesto a loro di dove sei? “Libano”. Dove sei nato “Kuwait”. Ma loro sentono molto l’identità con il loro paese. I ragazzi dello stand dell’Egitto mi hanno offerto un sacco di cibo buono. Il migliore.

Il Pakistan ovviamente mostrava, tra le altre cose, le immagini del loro premio nobel Malala Yousafzai. Libri, l’immagine a grandezza naturale. Come non essere d’accordo. E’ il più giovane premio nobel da sempre che ha vinto quello sulla pace.
Io mi sono innamorata dello stand della Siria. Sarà che è un paese che avrei voluto visitare, sarà perché sappiamo la loro storia, cosa sta accadendo, e sarà che la parola Siria si nomina troppo poco.
Ma è stato lo stand della Palestina che mi ha dato la sensazione del pugno nello stomaco. Di una forte scossa. Qui è vietato tutto ciò che è made in Israele, in Kuwait non potresti entrare se avessi sul passaporto dei segni che dimostrano che sei stato in Israele, per quanto noto tutto ciò mi ha fatto un certo effetto vedere il loro totale appoggio alla Palestina.
Lo stand del Kuwait, era il più semplice. Solo la loro tenda tipica e pochi altri simboli. Segno che per loro il desiderio di mostrare, di far ammirare non è così presente. Segno che loro non hanno alcun desiderio di rivalsa. O forse sono un po’ pigri. Chissà.
Infine, vi parlo dello stand degli italiani. Emanuela aveva chiesto ai suoi studenti di allestirlo. Loro hanno scelto diverse immagini per rappresentarci. Quello che ci ha colpito è stata la presenza di Dante Alighieri, che qui è vietato perché ha osato mettere Maometto all’Inferno. Mi ha fatto sorridere la scelta tra i nostri rappresentanti di Dean Martin ovvero Dino Crocetti che si cambiò il nome per avere fortuna. Quanti di voi sapevano che era italiano? E poi tante foto della 500 nuova passione. Come cibo hanno scelto la bruschetta. Secondo voi come la pronunciano?
Nel pomeriggio si è tenuto la parata e un mini festival. Che ha decretato come vincitore il Libano.
Io e Manu abbiamo passato un paio di ore carine. Tra tutta questa gioventù e io come al solito ho imparato qualcosa in più su questo paese.
E sono finita pure sul loro sito ufficiale. Un giorno…farò una brutta fine. Me lo sento.

Dalla vostra blogger è tutto.
Quante curiosita’ che scopro leggendovi… Dante vietato?
Buttandola sul ridere penso che sarebbero stati felici molti studenti Italiani…
Ma la cosa piu’ buffa e’ la bottiglia di vino francese… fasulla!!! ^_^
nemmeno io sapevo della storia di Dante…che poi lui aveva messo pure dei papi nell’inferno, ma a loro qs non interessa. Il vino finto…poracci…..ahhhhh
Ma che bello!! Adesso voglio venire anche io all’AUK (e io quando dico cosi’ non scherzo, ho gia’ guardato il sito per le adjunct positions 🙂 )
Comunque bruschetta sara’ “bruscieta” come dicono gli Americani? Anche se come pronunciano “gnocchi” non li batte nessuno…
magari ragazza!!! vieni vieni….gnocchi non lo so…ora ne fermo uno per farmelo dire.
Racconto molto interessante e che ci dovrebbe insegnare qualcosa perché mi sembra che si senta più quella passione che gli studenti ci mettono nel costruire il futuro. Qui si è un po persa, mi ricordo io tra i banchi dell’università piena di ideali e con in testa un mondo migliore che volevo essere all’altezza dei miei sogni, oggi sento molta più rassegnazione e l’università spesso diventa solo un modo per non ritrovarsi a fare niente….ottima scelta la bruschetta, questo vuol dire che oramai la pizza l’abbiamo ceduta un po a tutto il mondo!! Una domanda: ma quest’evento e’ un po come i nostri open day per le matricole?
no no completamente diverso. Ha lo scopo unico di far conoscere le varie nazionalità presenti nella università. Incentivando la conoscenza della storia. Un pò come se si facesse nei nostri atenei …tutti pugliesi, sicialiani, ….
Bellissimo!!!!