Il cibo nell’arte, la mostra presso Palazzo Martinengo a Brescia.
Da tempo desideravo andare a visitarla assieme ai miei bambini, ma i vari impegni ci hanno trascinati fino a metà maggio. In realtà, si è rivelata un’ottima data in quanto ho avuto la fortuna e l’occasione di incontrare una cara amica che da anni non riabbracciavo.
Il cibo nell’arte è una mostra legata al tema dell’Expo 2015: “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Situata a Palazzo Martinengo, con una selezione di oltre 100 dipinti che coprono un arco temporale di oltre quattro secoli.
Il costo è di soli 10€ mentre i bambini fino ai 6 anni sono gratuiti.
All’entrata, ai bambini, sono state consegnate due scatole contenenti pennarelli, matite colorate, pongo, una tovaglietta dove appoggiarsi a lavorare e dei fogli da colorare e consultare durante il percorso. Questo è ciò che io definisco kids friendly!
I bambini sono rimasti profondamente sorpresi ed entusiasti di questa cosa. Sono entrati sorridenti e felici di visitare la mostra e mamma e nonna hanno tirato un sospiro di sollievo!
Noi tre adulti abbiamo preso le audio guide, comprese nel prezzo, che aiutano nella visita della mostra.
I bambini si sono mostrati interessati ai quadri delle prime due o tre stanze. Sono rimasti colpiti dalla grandezza dei quadri, dal fatto che i soggetti rappresentati fossero cose che anche loro conoscevano: pesci, carne, frutta, verdura, persone sedute a tavola a mangiare, piatti, stoviglie, pentole di rame.
Riccardo si è fatto entusiasmare così tanto che ha ascoltato l’audio guida dei primi dieci quadri, sotto gli occhi curiosi della gente. Si posizionava davanti ad ogni quadro urlando “mamma number two!”, schiacciava il numero 2 e poi il play e seduto per terra ascoltava con attenzione la spiegazione.
Essendo un bambino non si può pretendere troppo, quindi al decimo quadro mi ha mollato: “mamma, bella. Ma ora sono stanco di ascoltare, vado a lavorare! Tieni tu il mio telecomando che parla!”.
Tommaso ha preferito dedicarsi al pongo e disegnare con i pennarelli. E’ stato veramente bravo, in ogni sala ha cercato il posticino più isolato in modo da poter lavorare senza infastidire gli altri visitatori.
Al termine della mostra mi hanno chiesto se potevano acquistare alcune cartoline da inviare al padre, positivo direi!
Insomma, io sono rimasta molto soddisfatta sia dalla mostra che dal comportamento dei miei bambini. Tutto ciò mi fa pensare che sia giusto ed educativo abituare i bambini alla visita di mostre e musei.
Voi lo fate? Portate i vostri figli alle mostre?
MarcoAlici says
Trovarne, di mostre “kids friendly” come questa!
drusilla says
Sarebbe un sogno trovare sempre mostre con questa accoglienza nei confronti dei bambini!
Silvia Fanio says
Non sapevo nulla di questa mostra, sembra bellissima. Quanto durerà? Per ora, vicinissima al parto, devo rinunciare…
Abbiamo portato Polpetta alla sua prima mostra che aveva nove mesi, nella fascia portabimbi. Poi, sinceramente, non l’abbiamo più portato. Ma in occasione della nostra mini vacanza a Pisa siamo stati insieme a visitare la città ed i monumenti e devo dire che è stata una bella esperienza.
Dovremmo avere meno paura e coltivare di più la sua conoscenza dell’arte, ma a volte, sinceramente, ho un po’ paura che si annoi o che dia noia alle altre persone…
drusilla says
Hai ragione, a volte siamo noi genitori che ci facciamo mille problemi perché abbiamo paura che i nostri figli possano disturbare altri visitatori. Però è anche vero che purtroppo sono poche le mostre che offrono qualcosa di coinvolgente per i bambini. Cosa ci vuole a creare un kit per i bambini che vengono a visitare una qualsiasi mostra? Ci vorrebbe nulla visto che il materiale al termine viene riconsegnato. Ma purtroppo non siamo un popolo così kids oriented!
sempremamma says
Che bella questa mostra. Anche noi portiamo Miciomao a visitare mostre e musei e lui ne è sempre entusiasta
drusilla says
Non è facile far entusiasmare un bambino!
Lo scorso inverno avevo portato i bambini a visitare la mostra di Mirò a Mantova ed era stata un disastro, loro si erano annoiati a morte ed io ho fatto tutto il tempo a rincorrerli.