Ho una figlia femmina, già lo sapete.
Ho due sorelle.
Io sono una donna.
Quindi, il mondo delle bambine dovrebbe essermi noto.
Dovrei sapermi muovere, risolvere piccole questioni e magari anticipare le difficoltà.
Dovrei essere bravissima ad aiutare e capire mia figlia.
Dovrei…appunto.
Essere una donna significa tante cose.
Avere un mondo nascosto
Avere un’infinità di pensieri.
Spesso significa avere complessi sul proprio aspetto. Farsi “film”, cioè crearsi problemi dove non ci sono.
Significa che le relazioni con le amiche, con le altre donne, non sempre saranno agevoli.
Sicuramente ve lo ricorderete.
Ricordo quando dovevo iniziare la prima superiore, ero così preoccupata su cosa avrei indossato il primo giorno di scuola, perché era la prima volta senza il grembiule.
I primi pensieri sul mio aspetto sono nati li.
Prima di quella età non ho memoria di grandi paturnie, sicuramente li ho avuti, ma non così importanti da avermi segnato.
Confesso di essere nata “sicura”.
Non chiedetemi da cosa nasceva questa mia sicurezza. Ma io ricordo di aver avuto poche paure, oltre alla paura dell’inferno inculcatomi dal prete e dal catechismo.
Non ho memoria di relazioni difficili.
Il brutto delle relazioni tra donne per me è incominciato alle superiori. Poi per fortuna a Milano ho ricominciato ad avere tante amiche femmine. E da allora sono diventata “Mimma l’amica delle donne”.
Il mondo delle bambine
Con mia figlia sto scoprendo o meglio riscoprendo il mondo della bambine.
E soprattutto il mondo nascosto, quello del non detto, delle dinamiche di gruppo.
Un mondo fatto di primi pensieri, del “lei non vuole essere mia amica“. O meglio “you are not my friend anymore“.
Nulla di grave per carità, ma anche a cinque anni ho capito che le relazione tra bambine possono essere complicate.
Sicuramente più delle relazioni tra maschietti.
Gennaio è stato il mese nero per Giada. Non solo erano finite le bellissime vacanze in Italia, è anche successo che la sua best friend da tre anni, ha deciso che si sentiva più a suo agio con un’altra bimba. Pertanto ha iniziato a non giocare più tanto con lei e a preferire l’altra.
Nessun abbraccio, nessun posto vicino a lei, nessun “hello” al mattino.
Parole sussurrate nelle orecchie dell’altra per non farsi sentire da Giada.
Per la prima volta, ho visto mia figlia entrare in crisi.
“Mamma nessuno mi vuole bene”
“Nessuno vuole essere mio amico”
Vi confesso che questo allontanamento anche a me è dispiaciuto, ma come dire me l’aspettavo. L’avevo messo nell’ordine delle cose che potevano accadere. Quando però ho capito che per mia figlia non era così “naturale” e appurato che alla base di questo allontanamento non c’era qualcosa che mia figlia aveva fatto e per quale l’altra aveva patito, ho deciso di prendere dei provvedimenti.
Cosa ho fatto??
- Ho cercato di creare nuove relazioni, ma questa volta meno esclusive.
Ogni giorno invitavamo un’amica nuova oppure un’amichetto. In questo la scuola inglese e il via vai di Kuwait aiuta tanto. E così abbiamo avuto più rapporti. Play date ogni giorno con persone diverse.
- Ho intensificato anche le attività fuori dal circuito scuola, nuoto, ginnastica e così ha legato con altre bimbe, è stata invitata ad altre feste.
- Abbiamo iniziato a lavorare sulla sua autostima. Ma soprattutto sul non aspettarsi dagli altri grandi feste solo per la sua presenza. Non tutti sono come mamma e papà ricordatelo!
- Abbiamo iniziato a ripeterle tipo mantra “ricordati di essere la prima a sorridere, ad ascoltare i suoi amici” e vedrai che gli altri ti verranno a cercare.
- Non esiste l’esclusiva in un rapporto d’amicizia è il nostro secondo mantra. Mi spiego meglio, mia figlia è abbastanza orgogliosa e se non si sente totalmente accettata si auto esclude. In generale le piace avere relazioni strette ed esclusive, non le piacciono i grandi gruppi, in parte la capisco, ma non tutti sono così, alcuni sono più leader, catalizzatori, altri meno interessati.
- Al mattino anche io interagisco con le sue amiche, cerco di trovare un argomento di unione immediatamente, ma nello stesso tempo non intervengo nelle loro relazioni se vedo che discutono.
A volte i bambini sono timidi e basta poco per farli coalizzare con te o contro di te. - A Giada ripetiamo sempre never mind, ovvero non prendertela. Non prendertela se ti dicono qualcosa di spiacevole o qualcosa che magari pensi non sia vero, alza le spalle, sorridi e allontanati. Non fare la lagna. Non fare la prepotente. Non farti vedere che te la prendi. Insomma prima curiamo la tendenza a essere permalosi meglio è.
- Abbiamo ripreso a frequentare amici dell’altro sesso, in realta’, non avevamo mai smesso, ma abbiamo aumentato le visite e le occasioni.
Ha funzionato???
Sembra di si. Forse Giada non avrà più la sua amichetta speciale come è stato fino a poco tempo fa, ma forse è meglio così. Ora ne ha diverse con cui sta bene e le cose vanno decisamente meglio.
Talvolta continua ad auto isolarsi nell’attesa che qualcuno la coinvolga, almeno questo è quello che vedo io nel play ground al mattino, perchè i teachers mi dicono che in classe va sempre tutto benissimo.
Un giorno, forse, avrà la sua amica del cuore, magari sarà ancora Olive per la quale ha ancora una predilezione.
Oppure avrà l’amica del cuore nelle varie fasi.
O magari non ce l’avrà mai.
Perchè è sano e giusto in tutti i casi.
Come è anche giusto che un giorno giochino insieme e quello successivo no.
Che si dicano you are not my friend e poi piangano nel salutarsi e si abbraccino strette strette.
Oppure decidono di scriversi tutte LOVE sulla mano.
Con il padre abbiamo cercato di stemperare subito la tendenza di noi donne a entrare in crisi.
A menarcela un po’, come dicono a Milano.
Vorrei fare il possibile per evitare certe situazioni di insicurezza.
Non sarà facile, perchè sono Calimero è dietro l’angolo.
Vedo tante donne intelligenti perdersi dietro a stupidi complessi.
Sto leggendo un libro, il cervello delle donne, vi dirò come va e se è utile.
So che la strada è lunga.
Una cosa che ho capito é che i figli sono persone, i più delle volte diversissimi da noi.
Essere dello stesso sesso può aiutarmi nella comprensione ma solo fino ad un certo punto.
Essere genitore vuol dire pure questo: mettersi in gioco.
Sentirsi un po’ avvilito di fronte a reazioni che non capiamo.
Sentirsi un po’ impotente di fronte alle loro delusioni.
Amal mi dice sempre che con un bambino maschio basta lanciare un pallone e via.
Tutti pronti a correre. Tutto risolto. Con le bambine è tutto diverso.
Che ne pensate? Avete suggerimenti?
Mimma
Mammapiky says
Ma sai che con mio figlio maschio, più o meno siamo al punto in cui state voi? Lui ha un amico del cuore, un’ amicizia molto forte per ora ed è convinto che si può avere solo un amico vero, di conseguenza non stringe altri rapporti forti, e’ sempre disponibile ma non si concede più di tanto…”l’amico e’ solo uno mamma”…sto cercando di spiegargli il contrario ma mi sto incartando!
mimma says
Finchè è corrisposto sai sembra tutto facile, però se le cose cambiano diventa dura. La scuola mi aiuta perchè ogni anno cambiano classe, anche se tu scegli 3. Comunque va meglio. Lei è invitata ovunque. Ha tanti giri ora. Però che fatica. comunque anche io pensavo che i maschietti possano trovarsi nella stessa situazione. Generalizzare non funziona. Un abbraccio
Mammarch says
Anche mia figlia predilige i rapporti esclusivi, sia con la sua amica del cuore che con altre amichette. Se sono in tre o quattro, si auto esclude in un angolo.
Un’altro esempio di amicizia tra bambine è questo: appena arrivati a perth mia figlia è diventata molto amica di una compagna di classe B. Poi B è partita per un mese e quando è tornata mia figlia era molto amica con I che in modo esplicito allontanava B da mia figlia. Per un po’ ho provato a farle giocare tutte insieme, a spiegare a mia figlia che l’amicizia non ha limiti di mumero, ma alla fine ho dovuto cedere anche perché io non sono a scuola e B al pomeriggio non si ferma mai a giocare.
Sicuramente se le donne imparassero a fare gruppo sarebbe molto meglio 😉
mimma says
esattamente come Giada. Speriamo migliori.
mammamedico says
mamma di maschio a cui basta un pallone o delle figurine per fare gruppo. mamma di femmina supercomplicata. io cerco di sdrammatizzare anche perchè ricordo le mie sofferenze e non solo da adolescente. alle elementari avevamo il grembiule eccetto il sabato o durante le gite. odiavo i vestiti o le gonne che mi faceva indossare mia mamma eccetto un abito che poi mettevo sempre nei giorni senza grembiule. e ricordo ancora il commento di una compagna “ma tu hai solo questo vestito?”
NonPuòEssereVero says
Io sono contraria alle relazioni esclusive perchè, prima o poi, fanno soffrire 😀
Credo sia fisiologico, anche in età adulta, ad un certo punto staccarsi e cercare altro che non significa necessariamente abbandonare quello che c’era prima, ma allentarlo.
Comunque Giada è una grande, quindi… 😀
mimma says
Sono assolutamente d’accordo. Guarda quest’anno sembra un altro mondo. Quest’anno l’hanno capito anche loro ed è bellissimo. Speriamo duri.
Anna says
Brutto quello che ti ha detto la tua amica Amal. Come al solito la solita banalizzazione del mondo maschile dei bambini. Mio figlio ha diverse paturnie anche in merito agli amici. Spesso li sento dire “non sei più mio amico” uno all’altro esattamente come le femmine. Finora nessuno ha un amico del cuore e neanche mia nipote sua coetanea ne ha. Vero che il mondo maschile è meno propenso a certe paturnie ma x favore non generalizziamo sempre! E a volte sarebbe meglio imparassimo da loro credo. Anna
Anna says
Ah ha quasi 6 anni. Anna
mimma says
Io pure l’ho trovato troppo semplicistico e mi fa piacere che a dirlo sia la mamma in un maschietto.
Annamaria says
Sei stata bravissima, devo dire. Ho letto con attenzione quel che hai fatto e anche se qui è molto più difficile (viviamo in un paesino e i compagni sono gli stessi a scuola, a nuoto, a catechismo) spero di poter dare qualche suggerimento a mia figlia.
mamma avvocato says
“Essere genitore vuol dire pure questo: mettersi in gioco.
Sentirsi un po’ avvilito di fronte a reazioni che non capiamo.
Sentirsi un po’ impotente di fronte alle loro delusioni.”
Le tue parole esprimeno un pensiero che condivido in pieno, ogni qualvolta vedo il ricciolino ferito da qualche comportamento o da un amico o deluso per qualcosa. Non è affatto facile, perchè il mio cuore di mamma soffre con lui, come il tuo con lei!
Quanto alle amicizie, io sono come Giada ancora ora e devo fare uno sforzo per ricordarmi che le amiche hanno altre amiche ed è giusto e sano che sia così, però è stato un percorso di accettazione lungo. Credo che tu e tuo marito facciate benissimo a cercare strategie!
Anche mio figlio è uno da relazioni strette ed esclusive e non gli basta un pallone per riprendersi o recuperare rapporti, però è anche vero che per ora non sembra mai dare la colpa nè a sè nè all’amichetto, solo intristirsi quando non più corrisposto come prima e mettersi a giocare da solo.
O forse non me lo fa capire o io non colgo…chissà!
p.s. Giada è sempre bellissima!
mimma says
Che belle notizie ho letto su di voi,sono felicissima per voi. Ora ti imbatterai nel mondo delle bambine pure tu. Evviva…