“Mamma voglio vivere in Italia”.
Giada mi guarda con quei suoi grandi occhi pieni di lacrime e mi fa questa affermazione.
Non posso spiegarvi come mi fa sentire tutto ciò.
I sensi di colpa che mi scatena. Le paure.
Sono giorni un po’ faticosi, siamo tornati da poco e, oltre al solito esercizio di convincimento e riassestamento verso me stessa, sono alle prese con la prima vera crisi di mia figlia.
Lei ha cinque anni, da sempre considera Kuwait casa.
Aveva solo undici mesi quando siamo arrivati. Ha imparato a camminare qui. E, per quanto abbia sempre amato andare in Italia, stare in Puglia, è sempre stata contenta di tornare in Kuwait nella “casa nel cielo” come la chiama lei. Nella sua scuola, tra i suoi amici.
Sempre… tranne questa volta.
Per Natale siamo tornati tutti insieme per la prima volta in Italia da quando viviamo in Kuwait. Anzi, ad ad essere precisi siamo andati a casa dei miei in Puglia solo dieci giorni. E’ stato bellissimo, ma forse troppo breve. Ho come avuto la sensazione che siamo finiti in un grande frullatore. Abbiamo girato, girato e poi puf, eravamo già con le valige cariche di cibo pronti per rientrare in Kuwait.
Mia figlia quel giorno era apparentemente tranquilla, forse troppo, a tradirla un visetto mogio mogio sin dal mattino.
Probabilmente pure lei incredula di trovarsi di già, pronti a salutare tutti.
Con quel musetto all’ingiù, che non le appartiene, è stato difficile spiegarle i motivi del nostro rientro.
Poco prima di andare via, si è presa un foglio si è seduta e da sola facendo lo spelling come le stanno insegnando a scuola ha scritto “cara nonna” in italiano poi ha continuato “I love you”.
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Giupy says
Io ho vissuto un anno a New York quando avevo quattro anni. Erano gli anni 80 e be’, che c’e’ di meglio che fare la scuola materna a Brooklyn? Poi pero’ i miei genitori hanno deciso di tornare indietro, soprattutto per me: i nonni, la scuola, gli amici.
Gliel’ho rinfacciato tutta la vita. Avrei potuto diventare bilingue, conoscere gente di tutto il mondo, viaggiare molto di piu’. Invece no, condannata fino a 18 anni nel tremendo paesino di provincia della Brianza. “Ma davvero” dicevo io “Avete fatto tutto questo perche’ io potessi crescere mangiando pasta?”
Forse un giorno tua figlia ti dira’ che hai fatto una scelta sbagliata. Ma non lo puoi sapere: forse lei non sarebbe piu’ felice in Italia. Tu stai facendo quello che e’ meglio per te, ed e’ quello che devi continuare a fare, pure per lei.