Sono andata a vedere “Parasite”, il film di Bong Yoon Ho, regista sudcoreano il 24 gennaio scorso .
Ero molto curiosa vederla, dato il tumulto che aveva causato a Cannes, sui social e sulla stampa.
Che scoperta!
Essendo in Kuwait, ho dovuto accettare di leggere i sottotitoli in arabo e in inglese, ascoltando i dialoghi in coreano, una lingua assolutamente strana per me.
Ma confesso che mi è davvero piaciuta dall’inizio alla fine.
I suoi 132 minuti eccezionalmente lunghi sono stati in realtà brevi.
Mi sembrava di essere sulle montagne russe per il ritmo narrativo e soprattutto per le mille sorprese che la regia riserva.
Il film non può essere classificato come dramma o commedia, poiché salta da un modo all’altro , ci presenta una denuncia sociale della realtà di Seoul.
Ci propone la intrecciata storia di due famiglie, la Kim e il Park.
Gli estremi della ricchezza e della povertà locale sono evidenziati frontalmente, quasi brutalmente, risuonando nei nostri cuori, perchè sono realtà globali.
Questo film avrebbe potuto essere girato a Caracas e, a volte, le scene mi hanno fatto pensare ad altri paesaggi, che conosco molto bene, visto sono nata e cresciuta nel Venezuela.
Chi sono i parassiti?
E’ quello che ci chiediamo quando vediamo “Parassita”.
Voi chi credere lo sia ?
Il regista è efficace nel provocarci domande e darci risposte.
Indimenticabile. 9/10👏🏻👏🏻👏🏻
Oggi , sono molto contenta che “Parasite” abbia vinto 4 Oscar!!!! miglior film (in assoluto), miglior sceneggiatura, miglior film internazionale, e miglior regia.
Mariangela Capello
I went to see “Parasite”, the South Korean film of Bong Yoon Ho, that I was curious about. What a discovery! I enjoyed it from the beginning to the end. Although it is slow at times, all its 132 minutes are a demonstration of what is a good and solid storytelling. It is indeed mastery in cinematography.
The film narrates the stories of two families, the Kims and the Parks, at the two (very!) extremes of the social strata in South Korea, showcasing a local gap in wealth that resonates globally. It resonated loudly in me, knowing the realities of Venezuela. Bong Yoon Ho shapes numerous intertwined episodes that beyond drama and comedy – because this film navigates both ends – triggers our reflections about disparities in the society. Who are the parasites? Answers are to be found in our own insights.
The plot twists are many, and you will enjoy a ride with many jumps! Unforgettable. 9/10.👏🏻
Fui a ver “Parásito”, la película de Bong Yoon Ho, director surcoreano. Y es que tenía mucha curiosidad por verla, dado el revuelo que había causado en Cannes y en la prensa. ¡Qué descubrimiento! Vadeando tener que leer la traducción escrita, en árabe e inglés, escuchando un idioma extraño para mí, realmente la disfruté de principio a fin. Sus excepcionalmente largos 132 minutos se hicieron cortos en una montaña rusa de cambios de ritmo narrativo y sobretodo con sorpresas del guión.
La película no se puede clasificar como drama ni como comedia, pues salta de uno a otro modo, para presentarnos una denuncia social de la realidad de Seoul, en donde la historia de dos familias, la Kim y la Park. Los extremos de riqueza y pobreza locales se evidencian frontalmente, casi brutalmente, resonando en nuestros propios corazones, por ser realidades globales. Esta película pudiera haber sido filmada en Caracas, y a veces, las escenas me hacían trasladar a otros paisajes, que conozco muy bien.
¿Quiénes son los parásitos? nos preguntamos al ver “Parásito”, y el guión es eficaz en provocarnos cuestionamientos y darnos respuestas.
Inolvidable. 9/10👏🏻
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