Questo anno italiano mi sta regalando tanto: famiglia, amici, cibo, vino e altro ancora.
Tra le infinite cose mi ha avvicinato ad una nuova passione.
Una passione alla quale ci si può dedicare solo se caratterizzati da pazienza, tolleranza e serenità. Occorre essere dotati di voglia di socializzare e stare insieme ad un’umanità variegata. Non richiede particolari conoscenze. Non serve essere una mamma art attack o avere grandi doti manuali. Niente capacità specifiche.
Qualcosa che non mi impegna troppo tempo, solitamente un’ora a settimana, talvolta può capitare qualcosa di più.
Una passione che mi ha permesso di conoscere nuove persone, entrare a far parte della vita vera del paese. Infatti, con questo mio nuovo hobby ho conosciuto e stretto amicizia con signore che vivono da sempre a Padenghe. Finalmente riesco a fare lunghe chiacchierate da bar e confrontarmi in modo ironico e spensierato con persone che non avrei mai immaginato di frequentare.
Avete capito di cosa si tratta?
Vi fornisco qualche elemento in più….
Non si tratta di un’attività fisica, non è attività di volontariato, o forse si, perché talvolta mi ritrovo a fare da psicologa di strada. E non è un’attività intellettuale.
E’…… l’andare in POSTA!!!!
Non ridete, non sono pazza!!!! Forse un pochettino, ma non troppo.
Tra le mie nuove abitudini, divenuta quasi una passione c’è l’andare in posta. Ormai è diventato normale e routinario recarmi in posta almeno una volta alla settimana.
Andare in posta è una di quelle cose che non facevo da anni. Una di quelle cose che mi mancavano un sacco mentre vivevo in Kuwait. L’idea di non poter inviare e ricevere cartoline o biglietti di auguri aumenta il senso di isolamento.
Mi piace un tantissimo arrivare a piedi all’ufficio postale. Attraversare il paese, osservare la gente che pigramente chiacchiera e spettegola seduta sulle panchine della piazza, curiosare oltre i giardini nelle ville.
Vivo con un pizzico di ansia gli ultimi metri che mi separano alla meta e capire quanta gente sta attendendo e quanto tempo dovrò dedicare quella mattina.
Mi diverte ascoltare i discorsi della gente di paese, le continue quanto inutili lamentele da parte delle persone anziane. Quelle persone che sono in pensione e che hanno tutto il tempo a disposizione ma sembra che vivano di corsa più di una donna in carriera che gestisce anche una famiglia.
Adoro perdermi nei miei pensieri ammirando l’eleganza e la sobrietà di certa gente in coda. Ci sono donne che sarebbero in grado di far impallidire una kuwaitiana qualsiasi.
Poi, quando arriva il mio turno, in qualche minuto tutto svanisce, in un click.
Allora ringrazio, raccolgo le mie cose nella borsa, saluto ed esco sorridendo.
Voi come vivete il momento posta?
Graziella says
In Posta Dru? tutte le settimane? ussignur … ma ci vai solo a guardare l’umanità o hai un impegno preciso? ovvero tutte le settimane spedisci qualcosa o paghi qualche bollettino e stai facendo una ricerca antropologica? Io se posso la Posta la evito come la peste, piuttosto che stare in Posta farei una maratona. Di gente bizzarra ne vedo ogni santissimo giorno, mancares anche quella postale! 😀 Bacioni Dru e Buon Anno!!
drusilla says
Mitica Graz mi hai fatto troppo ridere!!!
In realtà, tra novembre e dicembre ogni settimana andavo in posta per lettere o pacchi da spedire, bonifici da fare, raccomandate,… insomma una serie di impegni che mi portavano settimanalmente negli uffici postali.
Moky says
E io che immaginavo chissà cosa!!!!
in posta ci vado raramente, qui di solito non c’è nessuno, siamo in pochissimi
drusilla says
No, no, solo la posta….
Annika says
A me la posta non dispiace… quando e’ vuota!! In Italia il mio ufficio di riferimento ha sempre almeno 30 persone in coda, e neppure con i numerini – un disastro…
drusilla says
Pure qui un vero disastro! Le vecchiette sono le peggiori!
Mamma Avvocato says
Complimenti a te che la vivi così con filosofia!
Io odio Poste Italiane, mi fanno perdere un sacco di tempo con code interminabili e in più i servizi costano troppo e sono scadenti…insomma, altro che passione!
Sarà che io sono costretta ad usarla anche per lavoro e che dove abito le due poste di paese sono sempre piene, con impiegate gentili ma svolgiate e lente…non ti invidio!
L’aspetto antropologico, però, è interessante, questo lo confermo.
drusilla says
Nemmeno io mi invidio, ma la prendo con filosofia e cerco di cogliere aspetti positivi anche se non esistono! Dai l’aspetto antropologico è quello più interessante.
Mamma Piky says
Dru non mi prendere in giro!!! ;-))) lo sai come la penso io!! Nel corso dell’ultimo mese ci ho passato un giorno,si e uno no, e sempre con fila annessa. Sarà che ho un concetto di lavoro un po’ diverso, e che quando ci vado alla fine son sempre di fretta, ma ti giuro che le escogito,tutte pur di mandare qualcun altro al posto mio. Da te poi non lo so, ma qui c’è l’eliminazione code, che però va a casaccio, a volte chi arriva prima, viene servito per primo, a volte no, chi ha il conto posta ha il privilegio di passare, chi non ce l’ha ma ha la delega di una che ha il conto posta, passa lo,stesso,prima, allo sportello si fa qualunque operazione, da pagare una bolletta che ci vuole mezzo minuto, a decidere in cosa investire i risparmi, che ci si mette tutta la mattina…ecco perché non sprizzo felicità quando devo andarci, e devo andarci spesso!!!
ero Lucy says
Ahahahahahah tu stai fuori!! Anche a me piaceva tanto andare in posta, ma non quella vicina casa mia, quella dentro al centro commerciale e accanto l’Agenzia delle Entrate 😀 😀 😀
anna says
Vi assicuro che conoscere l’aspetto antropologico dei clienti della posta dal punto di vista degli sportellisti sarebbe molto molto interessante!
Sarab says
Ahahah, io ho l’ansia della posta!
Ed anche io finisco sempre per chiedermi come fanno a far passare la giornata i vecchietti che cercano sempre di passarti davanti, ma che fretta hanno, che devono fare???