“Good Evening Ladies,
Thank you for volunteering to accompany the children on the trip to the Driving School.
All of you drop off your kids in the morning, you are therefore kindly instructed to wait outside the classrooms until the kids are ready for the trip.
If you wish, please bring with you a bottle of water and a snack. The buses will be departing the school at 8:00a.m to return at about 11:30.
Once again, thank you for volunteering and I hope you have a wonderful time.
Have a lovely evening.
Nadine”
Quando ho letto questa mail da parte della scuola avevo appena messo a letto Giada, mi gustavo una po’ di relax tra tv e libri. E ho avuto al sensazione di una doccia fredda.
Ho subito pensato “Oh no, io avevo detto just in case!! Errore, terribile errore, ho già il winter festival dove sono volontaria giovedì e venerdì, ora pure questa! Ma perchè non mi sto zitta??”
Così stamattina eccomi qui pronta.
Ho messo pure uno smanicato. Chiamatemi quella che #vogliocrederechesiainverno, ma giusto per indossare qualcosa di diverso.
Mia figlia non sta nella pelle, continua a chiedermi “quando andiamo, quando andiamo“. E uguale i suoi amici che mi zompettano tutti intorno, sarà una lunga giornata me lo sento.
Mi fa sorridere che mi chiamino tutti per nome, certo Mima, ma non li correggo.
Questo nome alla fine non lo impara bene mai nessuno, nè in Italia nè all’estero.
I teachers ci assegnano quattro bimbi a testa, ovviamente con me ho Giada, poi la dolce Evie, Yousef e Anas.
Miss A mi consegna anche un foglio con la divisione dei bimbi in modo che tutti quanti sappiamo non solo il nome dei bimbi, che poi ogniuno di loro ha uno stickers attaccato, ma anche chi è il supervisore .
“Just in case” mi dice.
Ancora??? Questo just in case ormai so che nasconde una fregatura.
La gita prevede la visita al Museo delle Cars e alla Porche Kids Driving School.
Direi che la meta è in linea con le caratteristiche di questo paese.
Essendo amanti delle belle auto e adorano cambiarle spesso hanno pensato bene di creare un museo che contenga tutte le auto. E come gli altri musei che ci sono qui è GRATIS.
Nel tragitto nel bus da scuola verso l’agognata meta, dopo che a tutti i bimbi è stata messa la cintura di sicurezza, parte il chiacchiericcio.
Miss A. li intrattiene con il gioco “arriva un carico a carico di..e pronuncia la lettera iniziale e loro devono indovinare, poi chi vince continua lui il gioco.
Come al solito mi diverto a constatare quante similitudini è possibile trovare, quanto a volte i giochi siano gli stessi. Anche se ancora una volta mi rendo conto quanto sia importante la pronuncia, il sound.
Quando miss A invita i bimbi a indovinare la parola che inizia con H che ve lo dico a fare come mi sento a quel suono, sento un brivido lungo la schiena.
Prima tappa la scuola di guida della Porche.
Ci disponiamo in fila indiana, mia figlia richiama agli ordini gli altri tre, segno che grazie a lei non mi perderò nessuno. Sono tutti disciplinati.
Ci accoglie una signorina, che spiega ai bimbi che oggi apprenderanno le regole della guida, dei segnali stradali, del semaforo, stop, go, turn left e right. Mi ha fatto ridere che quando lei ha detto “Good morning” è partito un coro di good morning , tutti insieme, all’unisono. Idem alla domanda “how are you” e loro di nuovo tutti insieme “GOOD”. Ma faranno le prove a scuola???
Finalmente arriva il momento per i bimbi tanto atteso: salire sulle macchinine e girare per il percorso, che prevede strade, semafori, piccoli avallamenti. Con le Kuwait Towers nel mezzo.
Noi quattro mamme e i due teachers abbiamo passato il tempo a evitare che potessore scontarsi, a spingere quelli in difficoltà, ma posso dirvi che sono stati bravissimi.
Ovviamente la mia biondina, ha fatto ben quattro giri e fosse stato per lei, avrebbe voluto continuare all’inifinito. Stanchezza questa sconosciuta.
Poi siamo andati in una stanza e gli hanno fatto altre lezioni di buona educazione alla guida.
Quando la ragazza ha insistito sull’importanza di non usare il cellulare alla guida ho temuto che mia figlia intervenisse dicendo “mia mamma sta sempre al telefono”. Vuol dire che questa mia patologia non è ancora troppo grave.
Infine siamo andati tutti di corsa, ovviamente in fila indiana, a rifocillarci, con un bel picnic …nell’aiuola!!!
E dove sennò, siamo pur sempre a Kuwait.
Li ho vinto premio mamma modello ho spruzzato a tutti i bimbi il disinfettante sulle mani. Marito dove sei, quanto saresti stato orgaglioso di me per questa mossa.
Comunque mi sono divertita a sbirciare nei lunch box, dal cibo che ci trovi dentro capisci spesso la provenienza del bambino, più che dal nome giuro.
Poi abbiamo visitato il museo delle auto d’epoca.
Cadilacc, roll royce, chevrolet, porsche e chi più ne ha ne metta. Dal 1957 ad oggi. Un bellissimo parco auto della famiglia dell’emiro. Anche se io ho più apprezzato le foto che ritraevano i proprietari alla guida.
I bimbi si sono divertiti “Mima can you take a picture to us” vicino alle macchine che più gli piacevano e io rispondevo “of course my sweethurt” come ho imparato dalla mia amica giordana Dina.
Poi di nuovo tutti in fila e via più veloci della luce con il nostro bus diretti a scuola loro e io verso la libertà.
Confesso che alla fine sono stata bene. In primis perchè ho scoperto un nuovo posto a Kuwait e messo nella lista delle cose da far fare all’eventuale ospite che non viene mai.
Ebbene si ci sono quelli che hanno gli amici immaginari io ho l’ospite immaginario che ogni volta gli faccio fare tante cose nuove e belle.
Uff quanto è impegnato e quanto mi ringrazia ogni volta.
Poi e qui permettetemi di fare un po’ la mamma, ho constatato che mia figlia a scuola è come a casa. Solare, curiosa, educata, presente e sempre molto attiva. E è serena e sicura. Dopo queste parole tornò a casa lucifero. Lo so non punirmi legge di murphy ma ogni tanto una lode ci vuole.
La verità che spesso ci chiediamo come sono i nostri figli fuori e in mezzo agli altri e oggi l’ho osservata parecchio.
Insomma quel Just in case pronunciato per buona educazione alla fine mi ha portato bene.
E mi ha fatto vivere un’altra bella avventura.
Però per un pò non lo pronunzio più parola di mamma nel deserto. Giurin giuretta.
Mimma
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